Italia

Procreazione assistita: proposta di legge Gigli-Binetti per tutela concepito

«Di fronte ai continui attacchi alla legge 40 – ha spiegato in apertura Gigli – abbiamo pensato con la collega Binetti e con Carlo Casini a una ipotesi legislativa che preveda l’estensione della figura del curatore speciale per gli interessi del nascituro, in caso di controversia a seguito di procedure di fecondazione medicalmente assistita. In tal modo si verrebbero a tutelare, con il giusto contraddittorio, non solo gli interessi dei genitori e dei medici che hanno effettuato le procedure di fecondazione, ma anche quelli dello stesso nascituro, che risulta il soggetto principale da difendere e che spesso è totalmente trascurato, come fosse un semplice oggetto». Dal canto suo Roccella ha parlato di «una valanga antropologica che sta arrivando anche nel nostro Paese e che finora, sui temi etici, è stata in parte arginata dalla forte presenza cattolica e dai difensori del valore della vita».

Entrando nel merito della proposta di legge, Carlo Casini che ne è stato l’ispiratore e il principale estensore, ha spiegato che l’art. 1 della Legge 40 «assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti compreso il concepito». «Proprio per questo motivo – ha sottolineato – abbiamo pensato che anche i diritti del figlio generato o generando mediante procreazione artificiale debbano essere tutelati, alla luce del fatto che finora la voce del nascituro è stata totalmente assente nelle vicende giudiziarie nelle quali, come è recentemente accaduto, gli adulti chiedono di poter ricorrere alla ‘eterologa’». Il parlamentare europeo ha anche fatto cenno alla «domanda di selezione di embrioni mediante diagnosi genetica preimpianto o rivendicando un preteso diritto di proprietà sugli embrioni congelati che consentirebbe di chiederne la distruzione». «In questi casi – ha proseguito Casini – gli adulti fanno valere i loro interessi proponendo azione contro i medici o gli enti che praticano la procreazione, i quali in realtà spesso sono perfettamente d’accordo con gli attori, anzi hanno un interesse professionale ed economico ad ampliare nel massimo grado la possibilità di effettuare tale procreazione assistita».

Tra i diritti che la proposta di legge intende siano tutelati nei confronti del nascituro, ad opera di un «curatore speciale», ci sono oltre a quello basilare della vita stessa, intesa come sopravvivenza dallo stato embrionale al suo successivo potenziale sviluppo – ha spiegato. Casini – «quelli all’integrità fisica, alla conoscenza delle proprie origini, all’identità personale, ad avere un padre e una madre certi per la coincidenza della genitorialità genetica, degli affetti e legale, tutti diritti che dovrebbero sempre essere presi in seria considerazione». Paola Binetti, dal canto suo, ha sottolineato che «nonostante i ripetuti attacchi alla legge 40, non è stato smontato l’art. 1 che ne costituisce il cuore affermando la parità dei diritti tra padre, madre e concepito. Questo – ha affermato – dovrebbe essere un concetto elementare di democrazia, che mette il più debole al pari dei più forti. E noi, con questa proposta di legge, ci schieriamo dalla parte della tutela dei diritti dei più deboli, che sono gli embrioni da poco concepiti». Binetti ha ricordato che «già 2000 anni fa la legislazione romana prevedeva la figura del ‘curator ventris’, una sorta di avvocato difensore del nascituro. Se l’Europa negherà le sue radici che provengono dalla logica e filosofia greca, dal diritto romano e dalla visione cristiana, negherà i propri valori fondativi».