Italia

RAPPORTO ISTAT 2004: LA FAMIGLIA, SI CONFERMA COME FONDAMENTO DEL MODELLO ITALIANO DI WELFARE

La disponibilità della famiglia e della sua rete sociale ad aiutare i segmenti più deboli della popolazione risulta, per il Rapporto Istat 2004 sulla situazione del Paese, essere ancora il fondamento del modello italiano di welfare e i legami di solidarietà si manifestano concretamente in aiuti per assistere gli anziani (19%) e i bambini (25%), fare compagnia, accompagnare o dare ospitalità (28%), fornire aiuti domestici ( 23%), dare sostegno economico (18%), effettuare prestazioni sanitarie (12%), aiutare nello studio (10%) o nel lavoro (11%). Se aumentano, infatti, coloro che sono coinvolti nelle reti di aiuto informale, tra essi prevalgono le donne e aumenta la loro età media. In particolare l’aumento si ritrova nella classe di età tra i 65 e i 74 anni, tra coloro che hanno un titolo di studio più elevato e posizioni professionali alte (aiuto gratuito viene fornito dal 34% dei dirigenti, 28% degli impiegati e il 19% degli operai) e l’8% di queste persone si organizza in associazioni di volontariato (nel 1998 erano meno del 6%). La rete di aiuti informali è diretta soprattutto ai parenti stretti: nella fascia di età tra i 35 e i 54 anni si registra la propensione più elevata (con valori pari quasi al 50%) ad aiutare i propri genitori e i suoceri; negli ultrasessantenni, in particolare tra i 65 e i 74 anni, la propensione all’aiuto è verso i figli non coabitanti e le loro famiglie (54,8%) e tale tipologia di aiuto aumenta rispetto a cinque anni fa (da 14,3 a 19,0%) più di quella rivolta alla famiglia di origine (da 26,2 a 29,2%).

I nonni e i parenti anziani sono invece destinatari delle cure dei ‘care giver’ (coloro che prestano cure e attenzione) più giovani, che vi si dedicano in un terzo dei casi nella fascia di età tra i 14 e i 24 anni, e in un quinto tra i 25 e i 34. Importante anche la funzione degli amici che costituiscono una rete di individui più prossimi per età a chi deve ricevere aiuto ed è, “almeno potenzialmente, sempre rinnovabile”.

Gli aiuti sono soprattutto nelle attività di cura, che impegnano per un totale di 255 milioni di ore al mese: l’87,5% del totale. La compagnia, l’accompagnamento e l’ospitalità sono le attività che coinvolgono il maggior numero di ‘care giver’ (27,5%), seguiti dall’assistenza ai bambini (24,7%) – che aumenta rispetto al 1998 del 21,8% come numero di ore e coinvolgendo più persone, soprattutto donne tra i 55 e i 59 anni che vi dedicano oltre 62 ore in media al mese – e, a pari livello il disbrigo di pratiche burocratiche e il lavoro domestico (22,6%). Il 18,7% si occupa infine di assistere le persone anziane.Sir