Italia

RAPPORTO ISTAT: POPOLAZIONE ITALIANA OLTRE I 60 MILIONI GRAZIE AD IMMIGRATI

Al 1° gennaio 2009, per la prima volta la popolazione italiana ha superato i 60 milioni di residenti; questa crescita, 434 mila unità nel 2008, con un tasso di incremento del 7,3 per mille, va attribuita totalmente alla popolazione immigrata. I dati sono contenuti nell’ultimo rapporto annuale Istat sulla situazione del Paese, diffuso oggi, che attesta, tra l’altro il sorpasso, in termini di nuovi ingressi, dei cittadini extracomunitari su quelli comunitari: aumento di +274 mila rispetto a +185 mila e questo è dovuto sia al numero di permessi di soggiorno accumulatisi nei periodi precedenti sia per il rallentato ritmo di incremento degli ingressi di neocomunitari. Al 1 gennaio 2009 gli stranieri residenti sono stimati in quasi 3 milioni e 900 mila; di loro 920 mila sono da cittadini dell’Europa centro-orientale, mentre 953 mila da paesi Ue di nuova adesione. La comunità più presente è la romena (780 mila), ma sono aumentati anche gli ucraini (da 133 mila nel 2007 a 155 mila nel 2008: +17%), i moldavi, da 69 a 93 mila (+35%9): l’aumento più consistente del 2008. Aumenti considerevoli si registrano anche per India (+19%), Ghana (+13%), Cina (+10,6%). A livello territoriale il fenomeno immigrazione incide in particolare in Emilia-Romagna (8,6% del totale residenti), Lombardia (8,5%) e Veneto (8,4%). Nel Centro Italia solo l’Umbria (8,6) fa registrare livelli vicini alle regioni del Nord. “Torna a crescere, dopo 10 anni di diminuzione, la disoccupazione, che nel 2008 segna 186 mila unità in più rispetto all’anno precedente”. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto annuale Istat sulla situazione del Paese, diffuso oggi. La causa principale della perdita del lavoro è la scadenza di un contratto a termine. L’identikit del nuovo disoccupato risponde ad un “uomo, di età compresa tra i 35 e i 54 anni, che ha perso un lavoro dipendente nell’industria e risiede nel Centro-Nord e, come titolo di studio più alto ha la licenza media”. Riflessi negativi della crisi anche sulle famiglie: “quelle più vulnerabili, in cui non ci sono occupati e almeno un componente cerca un impiego salgono a 531 mila nel 2008, dopo la diminuzione ininterrotta iniziata nel 2004. Sono quasi 1.000.000, pari a circa 2,5 milioni di persone, le famiglie che hanno redditi provenienti unicamente da occupazioni a termine o collaborazioni. Critica la situazione dell’occupazione per le coppie con figli: diminuiscono di 95 mila quelle con almeno un occupato, aumentano di 41 mila quelle senza occupati e con almeno un disoccupato. Particolarmente vulnerabili le famiglie del Mezzogiorno; rispetto al 2007 quelle con almeno un occupato sono 45 mila in meno e quelle senza occupati e con almeno un disoccupato 32 mila in più. In Italia 1 persona su 5 è a rischio di vulnerabilità economica a causa del basso reddito familiare.Sir