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REFERENDUM: «MANIFESTO» DI 400 MEDICI PER IL NON-VOTO

“In quanto scienziati che dedicano la vita a studiare la natura e attraverso la tecnologia a collaborare con essa a sua salvaguardia e a vantaggio dell’uomo, riteniamo nostro dovere rendere testimonianza al valore della vita umana fin dal suo concepimento e alla verità circa l’attuale situazione della ricerca scientifica”: lo scrivono nel “Manifesto dei medici per il non voto”, presentato questa mattina a Roma in collaborazione con il Comitato Scienza e Vita, oltre quattrocento personalità del mondo della salute. Alla conferenza stampa, presieduta dal prof. Luigi Frati, preside della Prima facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università La Sapienza di Roma, si sottolinea che da tutti gli argomenti trattati nel “Manifesto”, i medici e docenti universitari firmatari hanno tratto la considerazione di fondo seguente: “Quanto sopra esposto impone la scelta di non consentire l’abrogazione della legge 40/04, di valutare inadeguato l’uso dei referendum e conseguentemente di dichiarare la propria decisione di non recarsi a votare nella imminente consultazione referendaria e di invitare tutti i cittadini ad effettuare la stessa scelta”.

Una indicazione di “non voto” che muove da una considerazione “scientifica” e non di tipo religioso o etico. Scrivono infatti i medici: “La scienza può illustrare, nel continuo integrarsi delle scoperte sperimentali, come lo sviluppo di un organismo sia regolato, dalle prime ore dalla fecondazione fino alla morte, da una serie di informazioni e meccanismi che si integrano ed evolvono progressivamente durante tutto l’arco della vita dell’individuo, con sostanziale continuità”.

Da qui, per i firmatari del “Manifesto”, deriva il dovere di non utilizzare, manipolare o sopprimere l’embrione in quanto “dal punto di vista biologico non c’è nessuna discontinuità nel processo di sviluppo. Lo scienziato umilmente riconosce i suoi limiti di conoscenza, ma allo stesso tempo deve ammettere una chiara unità, dalla fecondazione alla morte dell’individuo”. Nel “Manifesto” dei 200 medici per il non-voto, presentato questa mattina a Roma, si sottolinea che l’embrione umano, fin dalle sue fasi iniziali, già è portatore di tutte le informazioni biologiche fondamentali. Scrivono i medici: “La diversità genetica si stabilisce proprio nel momento in cui, subito dopo la fecondazione, l’informazione genetica di origine paterna e materna si unisce per formare l’embrione di una sola cellula (“zigote”). Il meccanismo di fusione dei due DNA comporta una complessa elaborazione ed integrazione che stabilisce un patrimonio genetico unico, distinto ed esclusivo : si rimescolano e si generano numerosissime piccole differenze della sequenza dei diversi geni (“polimorfismi”), che permettono di costituire un individuo “diverso ed unico. Questo DNA ha tutte le informazioni che servono a costruire l’individuo adulto”. Da questo ragionamento deriva “ il riconoscimento dell’individualità dell’embrione” e la sua intangibilità assoluta. “Non è possibile considerare il concepito anche nella fase iniziale, soltanto un tessuto, un insieme di cellule, e perciò nessuno può esserne proprietario o avere il potere di distruggerlo” – scrivono i medici -. Quanto all’uso delle cellule staminali, il “Manifesto” dei medici per il non-voto afferma che “tutta la scienza concorda che fino ad oggi, nonostante lunghe ricerche in tutto il mondo, dalle cellule staminali ricavabili dall’embrione nelle primissime fasi di sviluppo non è stato possibile ricavare un qualsiasi tipo di presidio terapeutico”. Da ciò i firmatari fanno derivare la preferenza all’utilizzo di cellule staminali umane “che non comportino la soppressione di embrioni”.Sir