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RESPINGIMENTI, CORTE EUROPEA CONDANNA ITALIA;  OLIVERO (ACLI), CENSURA GRAVISSIMA

«Analizzeremo molto attentamente questa sentenza, molto importante, che ha possibili implicazioni per il diritto europeo e internazionale»: Michele Cercone, del media team della commissaria agli affari interni Cecilia Malmström, commenta la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che condanna l’Italia per i respingimenti di migranti avvenuti nel 2009. La Corte, che si è pronunciata sul caso Hirsi (relativo a 24 persone), ha stabilito che l’Italia ha violato l’articolo 3 della Convenzione sui diritti umani. La Commissione, dopo aver ribadito che l’attività della Corte non rientra direttamente nella sfera Ue, sostiene che “valuterà il provvedimento”, il quale potrebbe comunque riguardare due aspetti del diritto comunitario, ossia Schengen (libera circolazione) e il diritto d’asilo. “Occorre ricordare che nelle azioni di controllo delle frontiere gli Stati membri devono rispettare il diritto dell’Unione”, ribadisce l’Esecutivo. E “non si può mai violare il principio di non respingimento”. Nel 2009 la Commissione era intervenuta per richiamare il governo italiano per quanto accaduto sulle sponde meridionali del Mediterraneo. La Commissione sostiene che proseguirà la propria attività “per il pieno rispetto del diritto Ue”.“Viene condannato il governo italiano, ma vince lo spirito della nostra Costituzione, nonché la tradizione del popolo italiano, quella di un paese accogliente che non respinge i disperati in mare consegnandoli ad un tragico destino”. È il commento delle Acli alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha condannato questa mattina l’Italia per i respingimenti operati nel 2009 dall’Italia verso la Libia. Per Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli, si tratta di “una censura gravissima per il governo che commise quell’errore e per quelle forze politiche che non solo difesero ma si fecero vanto di quei respingimenti, condannati immediatamente da tutte le organizzazioni umanitarie”. Viene finalmente ristabilita “la centralità dei diritti umani fondamentali, in particolare il diritto-dovere di protezione per gli individui sottoposti ad espulsioni collettive verso Paesi in cui la loro sopravvivenza è a rischio”. “Questa sentenza – continua Olivero – ha un grande valore morale e politico, perché richiama alle proprie responsabilità non solo l’Italia ma credo l’Europa intera, gli Stati e gli stessi cittadini. È il dovere fondamentale dell’accoglienza e dell’assistenza, che prescinde dalle barriere imposte dai confini nazionali, nel rispetto di ogni vita umana. Qui sono le radici cristiane del Continente e del nostro Paese”. (Sir)