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RIDUZIONE DEBITO PAESI POVERI: LA SAN VINCENZO CHIEDE DI TORNARE ALLE VECCHIE NORME

Un pressante appello a Parlamento e Governo per la riduzione del debito estero: è quello lanciato questa mattina dalla Società di San Vincenzo de’ Paoli (meglio nota come “San Vincenzo”), per bocca del suo presidente nazionale Marco Bersani, che si rivolge a Berlusconi, ai suoi ministri ed ai presidenti delle Camere Pera e Casini perché ripristinino il vecchio dettato della legge 209/2000 che prevedeva la cancellazione del debito di alcuni paesi poveri entro tre anni. Si trattava della cifra di ben 12 mila miliardi di vecchie lire (poco più di 6 miliardi di euro) – dice Bersani – “da condonare a condizione che i paesi interessati rispettino i diritti umani, rinuncino alla guerra, perseguano politiche atte a migliorare il benessere dei propri cittadini e favoriscano la riduzione della povertà”. Ora tutto questo è messo in forse – dice la San Vincenzo – dalla Finanziaria 2003 che “prevede una radicale riforma della precedente normativa nel senso di modificare i limiti dell’obbligo della cancellazione e di condizionare la stessa a difficili e macchinosi accordi bilaterali con i Paesi interessati”.

Richiamando le esortazioni del Papa durante l’anno del Grande Giubileo perché i Paesi ricchi riducessero il debito di quelli poveri, Bersani ricorda che “tale richiesta si fonda sulla unilateralità della scelta da parte dei Paesi ricchi”. Sotto il profilo politico, inoltre, ad avviso della San Vincenzo “la necessaria spinta umanitaria nei confronti dei Paesi in via di sviluppo non può essere condizionata da esigenze di bilancio, mentre resta prioritario lo sviluppo dei Paesi poveri, anche nell’ottica di ridurre la pressione migratoria sui Paesi ricchi”. Per la San Vincenzo (quasi 600 mila aderenti nel mondo) si tratta quindi di compiere una scelta “politica” e di ripristinare le precedenti norme.Sir