Italia

Rapporto Eurispes: aumenta la fiducia dei cittadini nelle istituzioni

L’indagine è stata compiuta tra dicembre 2018 e gennaio 2019 e ha analizzato 1.132 questionari somministrati a un campione rappresentativo. In particolare, sottolinea l’Eurispes, l’apprezzamento nei confronti del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si «impenna» dal 44,5% al 55,1%», con un raddoppio del consenso da parte degli elettori del Movimento 5 Stelle (dal 30,1% al 59,4%). Cresce anche il gradimento nei confronti del governo di oltre 15 punti rispetto all’anno scorso (36,7%). I consensi nei confronti del Parlamento arrivano al 30,8%, quelli verso la magistratura raggiungono il 46,5%.

Si conferma il sentimento di fiducia nei confronti delle forze dell’ordine. I carabinieri raccolgono l’apprezzamento del 70,5% del campione (nel 2018 era il 69,4%), la polizia del 71,5% (+4,8% rispetto al 2018), mentre la guardia di finanza è pressoché stabile (68,3%; nel 2018 era il 68,5%). Ma il livello più alto è raggiunto ancora una volta dai vigili del fuoco (dall’86,6% all’87,3%).

Sempre secondo il sondaggio dell’Eurispes, aumenta la fiducia per le associazioni dei consumatori (dal 51,2% al 53%) e degli imprenditori (dal 41,1% al 43,2%). I partiti registrano il miglior risultato dal 2009 (dal 21,6% del 2018 al 27,2%), anche se restano su livelli molto bassi. In lieve calo la Chiesa cattolica (dal 52,6% al 49,3%) e i sindacati (40,2% al 37,9%).

La scelta di aumentare il debito pubblico per finanziare maggiori spese ha diviso il campione a metà: il 51,9% contrario, il 48,1% favorevole. Il 69% è favorevole al rimpatrio di tutti gli immigrati irregolari, il 68,9% è d’accordo sulla necessità di contenere l’immigrazione. Il 63,4% è d’accordo sulla riforma della legge Fornero; solo il 44,6% concorda sull’istituzione del reddito di cittadinanza e meno della metà (47,2%) sull’introduzione della flat tax. «I valori espressi in termini di apprezzamento per il governo Lega-M5S – osserva l’Eurispes – non sempre concordano con il livello di fiducia nelle azioni future dell’esecutivo». La capacità di risanare i conti pubblici convince solo il 26% dei cittadini; solo un terzo degli italiani (33,2%) è convinto che le politiche adottate concorreranno a rilanciare i consumi; poco più di 3 su 10 (31,5%) credono che si riuscirà a combattere la disoccupazione. Solo il 28,6% è fiducioso del fatto che verranno elaborate politiche a sostegno della famiglia tali da aumentare il tasso di natalità; ancora più bassa la percentuale di chi ritiene che verrà abbassata la pressione fiscale (27,2%). Il giudizio degli italiani risulta più ottimista su alcuni particolari temi proposti, come la capacità di gestire le problematiche legate all’immigrazione (53,3%). Solo 1 italiano su 10 crede che lo Stato debba vendere le proprie infrastrutture; quasi 6 su 10 sono convinti, invece, che debba possederle anche se in modi differenti (59,6%).Per quanto riguarda l’Europa, il 60,9% ritiene che il nostro Paese debba restare nell’Unione (+12,1% rispetto all’indagine del 2017) solo il 14,2% vorrebbe uscirne definitivamente (-7,3% rispetto al 2017). Il 53,1% vuole che l’euro resti la moneta corrente, mentre il 23,9% vorrebbe lasciarlo.

Il 58,3% di quanti hanno partecipato all’indagine effettuata dell’Eurispes per il 31° Rapporto Italia afferma di avere un lavoro. Più della metà del campione (54,2%) dichiara che la sua posizione lavorativa permette («molto» e «abbastanza») di fare progetti per il futuro. Nel 2013 c’era invece una netta maggioranza – il 64% – di pessimisti, ma resta comunque molto alta la percentuale di quanti non hanno questa sicurezza (45,8%). Il 69,5% di chi lavora non si sente nelle condizioni di dover cercare una nuova occupazione. Il 53,2% può sostenere con il proprio lavoro spese come l’acquisto di una casa, di un’automobile o l’accensione di un mutuo (contro il 46,8%). Rispetto al 2013 risulta aumentata di quasi 15 punti la quota di quanti possono permettersi quel tipo di spese.

Rispetto a 6 anni fa, aumenta di più di dieci punti percentuali la quota di quanti si sentono sicuri di garantire una stabilità alla propria famiglia grazie al proprio lavoro (dal 46,5% al 56,8%).Una quota interessante del campione afferma di essersi trovata nell’ultimo anno nella condizione di svolgere un doppio lavoro (22,3%), lavorare senza contratto (21,2%) o svolgere un lavoro con qualifiche inferiori rispetto alle proprie competenze (24,2%). I più esposti i giovani tra 18 e 34 anni, che hanno lavorato senza contratto nel 58,6% dei casi per i 18-24enni e nel 34,7% per i 25-34enni. Il 41,8% dei cittadini ritiene che negli ultimi 12 mesi, la situazione economica del Paese sia rimasta stabile, con un valore superiore a quello del 2018 di quasi 3 punti (38,9%) e di quasi 20 punti rispetto al 2017 (22,2%). In parallelo, diminuiscono coloro che ravvisano un peggioramento (38,6%, -2,9% rispetto al 2018); contenuta in un 12,7% la percentuale degli ottimisti. Tuttavia – sottolinea l’Eurispes – ben il 45,1% degli italiani afferma di essere costretto a utilizzare i risparmi per arrivare alla fine del mese (40,7% nel 2018) mentre un terzo non ha difficoltà (33%); il 22% riesce a risparmiare; più di 1 su 4 (27,7%) incontra difficoltà a pagare le utenze; il 21,1% a sostenere le spese mediche. Tra coloro che hanno un mutuo, quasi un terzo (32,7%) paga con fatica le rate e la metà di chi è in affitto fatica a pagare il canone. Per far fronte alle difficoltà, il 32,6% è stato costretto a ricorrere al sostegno economico della propria famiglia di origine, uno su dieci ha chiesto prestiti a privati (10,1%).Anche i consumi delle famiglie italiane rimangono mediamente stabili rispetto ai valori dello scorso anno. Secondo la rilevazione dell’Eurispes, a gennaio 2019, gli italiani hanno mantenuto le stesse abitudini per i prodotti alimentari (56,2%), gli animali domestici (58,2%), i controlli medici (52%), le automobili (51,4%), la bellezza (49,7%), l’abbigliamento (49,5%) e le pulizie domestiche (47%). Un vero è proprio boom, invece, ha registrato la spesa per le badanti: è passata dal 24,9% del 2018 all’attuale 42,2% la quota di italiani che dichiara di aver speso di più per questa voce rispetto all’anno precedente.