Italia

Reddito di inclusione: Alleanza contro povertà, primo passo ma serve piano pluriennale

«L’approvazione del decreto attuativo della legge delega di contrasto alla povertà è il primo atto concreto nella costruzione di una strategia nazionale di lotta all’esclusione che ci avvicina al resto d’Europa. Ora restano solo gli ultimi, decisivi, passaggi istituzionali, in Conferenza unificata e in Parlamento, prima dell’approvazione definitiva da parte del Governo che chiuderà la fase di costruzione della prima reale misura nazionale di lotta alla povertà nel nostro paese». Così l’Alleanza contro la povertà commenta il via libera di Palazzo Chigi che rende operativo il provvedimento d’introduzione del Reddito d’inclusione (Rei).

Il testo «recepisce sostanzialmente i contenuti del memorandum siglato il 14 aprile tra Governo e Alleanza contro la povertà in Italia», ricorda l’organismo sottolineando tuttavia che per continuare il percorso «è necessario che, nella nota di aggiornamento del Def e sin dalla prossima legge bilancio venga introdotto un Piano pluriennale che consenta di raggiungere, in tempi definiti e con finanziamenti precisi, gli obiettivi decisivi per la modernizzazione del nostro welfare». Primo tra tutti, «l’universalità: tutte le persone e le famiglie in povertà assoluta devono essere raggiunte, compresi i cittadini stranieri. Secondo, «l’adeguatezza: ogni povero deve ricevere un adeguato pacchetto di riposte, composto da un contributo economico sufficiente a raggiungere uno standard di vita decente e a servizi del welfare locale capaci di offrire la concreta possibilità di modificare il proprio percorso esistenziale». Di qui l’auspicio che l’incremento delle risorse, il carattere universalistico dell’intervento, la consistenza del sostegno economico e lo sviluppo di risposte adeguate nei territori «procedano di pari passo. Solo così il Rei potrà diventare realmente uno strumento valido per l’inclusione sociale».

Riconoscendo l’impegno del ministero del Lavoro, l’Alleanza auspica nelle Commissioni parlamentari la stessa volontà di «migliorare ulteriormente il decreto», primo passo di un percorso più lungo «verso la costruzione di adeguate politiche contro la povertà nel nostro paese».