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Rondine candidata al premio Nobel per la pace 2015. Il commento di mons. Galantino

In una lettera inviata al Comitato del Premio Nobel, Sereni spiega le motivazioni della scelta: «Rondine offre alle nuove generazioni una esperienza unica di dialogo. Rondine è riuscita da sempre a parlare con le Istituzioni, le governance e i leader mondiali continuando a lavorare dal basso e portando la voce dei popoli all’attenzione di chi può realmente cambiare la storia. L’investimento di Rondine sui giovani produce risultati di vasta portata e di impatto duraturo».

«Il metodo di Rondine – ha commentato il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino – è quello del dialogo e del confronto e sappiamo bene quanto questo metodo oggi non sia particolarmente visto di buon occhio da molta gente che preferisce forme più invasive e dirette e a volte false. Ci vuole più coraggio per il dialogo che per l’ostilità, ci vuole più coraggio per la verità che per la falsità. Qui entra in gioco la scelta di Rondine di aver puntato sui giovani provenienti da zone di conflitto».

Sono 270 le candidature al Nobel per la pace 2015. Il premio sarà assegnato il 9 ottobre prossimo.

«Ritengo importante favorire la consapevolezza, oltre che la conoscenza, delle tante forme di umanesimo negato che attendono risposte come quella messa in atto da Rondine. Quando parlo di ‘umanesimi negati’ mi riferisco a quelle forme nelle quali la dignità della persona, l’essere persona, di fatto, non viene valorizzata per quello che è», ha detto ancora monsignor Nunzio Galantino. Tra le forme di umanesimo negato «come non ricordare quelli nei quali, con più o meno violenza e arroganza, chi non conta viene messo nelle condizioni di non vivere o vivere molto molto male?».

Il presule ha anche detto di guardare «con grande favore il progetto di Quarto Anno di Liceo che si aprirà a Rondine a settembre, al quale parteciperanno i giovani da ogni Regione italiana, accanto ai giovani internazionali, per un anno di approfondimento sull’‘umano’, su ciò che rende umani e su ciò che disumanizza». Monsignor Galantino ha concluso chiarendo che «la parola ‘pacifista’ forse è passata di moda perché in passato avevamo dei mestieranti della pace, gente che ne ha fatto una professione, svuotando questa parola del suo significato migliore, facendo troppa demagogia. A Rondine non si usa la parola pace, ma si usa il confronto e il dialogo, il coraggio del dialogo».