Italia

SCUOLA CATTOLICA, MACRI’ (FIDAE): PERSISTE UN INOSSIDABILE STATALISMO

“La scuola cattolica italiana non potrà conoscere uno sviluppo e un futuro, degni del suo passato, se non saprà rispondere in maniera puntuale, tempestiva, determinata, efficace e con un progetto organico a due ordini di problemi: il primo è quello dei problemi ‘esterni’ ad essa, il secondo di quelli ‘interni’”: lo ha detto oggi a Roma, aprendo i lavori dell’assemblea nazionale della Fidae (Federazione di attività educative), il presidente nazionale don Francesco Macrì. Per le “sfide esterne”, il presidente ha parlato di “quelle socio-economico-culturali della società moderna della conoscenza, sempre più complessa, secolarizzata, competitiva, globalizzata, multietnica, multiculturale, multireligiosa, tecnologizzata, liquida”. Per le seconde, “interne”, i problemi riguardano “la sua identità, la sua mission, il suo modello organizzativo, la sua capacità di interagire con il territorio, la formazione permanente del suo personale direttivo e docente, l’attualizzazione e risignificazione del suo progetto educativo rispetto alle mutate esigenze dei giovani e delle loro famiglie”, oltre al tema del “reperimento delle risorse economico-finanziarie pubbliche, alla sua scelta privilegiata delle classi marginali, all’ispirazione evangelica e valoriale delle sue origini”.Tra le “sfide esterne” alla scuola cattolica, il presidente della Fidae, don Macrì, ha particolarmente evidenziato “il processo convulso, sincopato, conflittualizzato, incerto delle riforme legislative ed ordinamentali, l’inestricabile intreccio delle competenze esclusive e concorrenti su di essa di molti soggetti istituzionali (Stato, Regioni, Enti locali, istituzioni scolastiche)”. Ha poi denunciato “l’assenza o comunque l’insufficienza dei supporti economici per la loro attuazione, l’impreparazione ed inadeguatezza del personale direttivo e docente a gestire le continue novità e la scarsa considerazione sociale della loro professione, la persistente resistenza dell’apparato burocratico verso i principi costituzionali dell’autonomia e della sussidiarietà”. Ad avviso del presidente della Fidae, “sulla scuola paritaria questa situazione si aggrava ancor di più per l’inossidabile statalismo che nega il finanziamento pubblico del suo servizio”. La Fidae sottolinea che i dati riepilogativi (anno 2007) del finanziamento statale sono i seguenti: per le scuole statali gli stanziamenti sono stati di 57 miliardi di euro (per 7,7 milioni di alunni); per le “paritarie” di 534 milioni di euro (per 1,05 milioni di alunni). La scuola paritaria, pur avendo un ottavo degli studenti, riceve solo un centesimo dei finanziamenti.Tra le “difficoltà” che riguardano la scuola cattolica oggi, don Macrì ha citato quella “interna” della “contrazione verticale del numero dei religiosi impegnati e, di converso, il corrispettivo incremento, assai considerevole, del personale docente e dirigente laico che ha modificato profondamente l’assetto interno”. Per la scuola cattolica, sono quindi aumentati – ha affermato – “i carichi economici della gestione, la omogeneità culturale del personale non più proveniente da esperienze e curricoli formativi comuni e quindi, anche, un certo offuscamento della sua connotazione ‘cattolica’, le aspettative e i progetti circa il proprio futuro professionale, la continuità e stabilità del servizio prestato, i livelli di conoscenza e condivisione delle tradizioni pedagogiche delle congregazioni, i sentimenti di appartenenza, di identificazione, fidelizzazione e di empatia con l’ente gestore”. Don Macrì ha anche fatto riferimento “alla non sufficiente avvertenza al forte e pressante processo di secolarizzazione e laicizzazione della cultura e della società moderna che non ha risparmiato neppure la scuola cattolica”. “Ciò ha finito per scalfire la sua identità ed originalità – ha proseguito – e pertanto la sua ragione d’essere, il suo valore aggiunto e anche la sua ‘diversità’ rispetto alla scuola statale che molti vogliono ‘neutra’”.Sir