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SCUOLA CATTOLICA: X RAPPORTO, «LE STRATEGIE EDUCATIVE DI UNA COMUNITA’ EDUCANTE»

Nel contesto della società della conoscenza, in cui “risulta urgente coniugare scienze della natura e scienze umane e sociali, specializzazione e globalità, analisi e sintesi, definizione e interpretazione, scienza e saggezza, sulla base di un dialogo interculturale rispettoso della verità e delle persone”, occorre “aiutare gli studenti ad acquisire la capacità sia di apprendere significativamente che di apprendere ad apprendere, accendendo nei giovani il desiderio di apprendere e di continuare ad apprendere da sé oltre lo scolasticamente dovuto”. E’ quanto scrive mons. Malizia, direttore del Centro Studi Scuola Cattolica (Cssc), presentando questo pomeriggio il decimo Rapporto sulla scuola cattolica in Italia, dal titolo “Costruire la comunità educante”. La scuola cattolica è “comunità educante” in quanto “comunità relazionale”, ha spiegato Malizia, in cui “il compito educativo non è proprio solo dell’educatore, ma è funzione anche dei rapporti che si instaurano tra le diverse componenti della scuola e persino con l’ambiente esterno”. Di qui la centralità – tra le altre – della relazione tra docenti e allievi, in cui i primi “dovranno dimostrare quell’autorevolezza che proviene, oltre che dalla professionalità, anche dalla coerenza con i propri ideali e dalla capacità di una more autentico nei confronti degli allievi”. Nel Rapporto di quest’anno, il Cssc ha condotto una ricerca qualitativa sulle “comunità educanti” di scuola cattolica, in scuole e centri di formazione professionale selezionate su tutto il territorio nazionale. Più specificamente, sono state prese in considerazione 4 scuole materne della Fism, 9 istituti della Fidae, 3 centri di formazione professionali della Confap e 4 istituti dei Movimenti. “Per creare una comunità educante – si legge nel Rapporto – bisogna focalizzare l’azione educativa anzitutto sulla responsabilità personale”. Gli allievi, dunque, “vanno coinvolti nella elaborazione delle proposte, nella presa delle decisioni, nella realizzazione delle azioni educative”, così come i genitori, mentre i docenti e i dirigenti “sono chiamati a valorizzare la domanda formativa integrandola in un piano efficace di offerta formativa”. Oltre ad essere “comunità di apprendimento-insegnamento” che promuove “strategie di apprendimento cooperativo”, la scuola come comunità educante “si prende cura degli alunni e ne valorizza la specificità”, manifestando loro “vicinanza, empatia, entusiasmo, flessibilità, senso della giustizia, rispetto e amore”. La comunità educante non può che essere, infine, una “comunità morale”, la cui “strategia principale” consiste nel “garantire un’esperienza diretta dei valori attraverso il reale vissuto della scuola stessa”.Sir