Italia

SCUOLA E UNIVERSITÀ: RAPPORTO CENSIS, GIOVANI POCO SPENDIBILI SUL MERCATO DEL LAVORO

L’offerta universitaria in Italia “si sostanzia anche in corsi di laurea non ben finalizzati, ma attrattivi per giovani disorientati, che portano a titoli evanescenti poco spendibili, a lungo termine, sul mercato del lavoro”. E’ quanto si legge nel rapporto dal titolo “Scuola, università e formazione. Sono ancora investimenti sociali?”, elaborato dal Censis e presentato oggi a Roma. Un esempio per tutti: scienze della comunicazione, un corso di laurea dove “a performance iniziali molto positive, con tassi di occupazione elevati ancorché correlati al lavoro atipico e relativi al numero esiguo di laureati, tra l’altro provenienti da contesti socio-economici favorevoli, corrispondono – si legge nella ricerca – numerose perplessità sulle capacità del sistema paese di assorbire un numero crescente di neolaureati provenienti da questo corso di laurea”, che nel 2005-2006 ha raggiunto le 12.327 unità, contro i 1.098 del 2001-2002.

In Italia, si legge ancora nel rapporto Censis, c’è “uno scollamento tra la richiesta di cultura tecnico-professionale di livello intermedio proveniente dal mondo imprenditoriale e l’opzione generalista che caratterizza le scelte scolastiche delle giovani generazioni”, a causa della “perdita di attrattività da parte degli istituti tecnici e professionali”. Tali istituti, infatti, stando ai dati Censis “hanno finora coinvolto solo 10 mila persone, compresi gli occupati, il certificato non è riconosciuto nei concorsi pubblici ed ha valenza sostanzialmente locale”. Senza contare i tassi di abbandono, pari al 26 per cento, e l’ “insoddisfazione” e il “disorientamento” espressi da tali studenti al termine del ciclo di studi. Sir