Italia

SENZA FISSA DIMORA: ISTAT, NEL 2010 EROGATI 3.125 SERVIZI IN 158 COMUNI

Secondo una rilevazione condotta dall’Istat in 158 Comuni italiani, in collaborazione con il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con la Federazione italiana organismi per le persone senza dimora e con la Caritas, sono 727 gli enti e le organizzazioni che nel 2010 hanno erogato negli stessi Comuni servizi alle persone senza dimora. Questi enti operano in 1.187 sedi ed ognuno eroga, in media, 2,6 servizi, per un totale di 3.125 servizi. Il “censimento” dei servizi agli homeless, presentato questa mattina a Roma, costituisce la prima parte della rilevazione di cui sta per partire la seconda fase (novembre e dicembre), che comprende anche 5.500 interviste a un campione di persone senza fissa dimora e consentirà una stima approssimativa della loro presenza sul territorio nazionale. Dati che, spiega Linda Laura Sabbadini, capodipartimento Istat delle statistiche sociali ed ambientali, “verranno diffusi nel corso del 2012”. “Rompere il circuito di invisibilità di questi soggetti sociali” è per la ricercatrice il principale obiettivo dell’indagine. Di qui un’annotazione: “È importante precisare che l’utenza non corrisponde al numero delle persone senza fissa dimora che si rivolgono ai servizi: non tutti gli utenti sono infatti senza dimora”; oppure “una persona può usufruire di più servizi nel corso dell’anno e venire conteggiata più volte”. Per questo l’Istat preferisce rinviare a dopo la conclusione dell’ultima parte dell’indagine la diffusione dei dati sul numero degli homeless. Un terzo dei servizi, evidenzia ancora Sabbadini, “riguarda bisogni primari (cibo, vestiario, igiene personale), il 17% fornisce un alloggio notturno, mentre il 4% offre accoglienza diurna”. Molto diffusi sul territorio “i servizi di segretariato sociale” e “di presa in carico e accompagnamento (rispettivamente, 24% e 21%)”. I servizi di supporto ai bisogni primari hanno “un’utenza annuale quasi venti volte superiore a quella dei servizi di accoglienza notturna e più che doppia rispetto a quelli di segretariato sociale e di presa in carico e accompagnamento”. Gli enti pubblici erogano direttamente il 14% dei servizi, raggiungendo il 18% dell’utenza. “Se ad essi si aggiungono i servizi erogati da organizzazioni private che godono di finanziamenti pubblici – aggiunge Sabbadini -, si raggiungono i due terzi sia dei servizi sia dell’utenza”. Quanto alla dislocazione territoriale, la ricercatrice rileva che Lombardia e Lazio raggiungono insieme quasi il 40% dell’utenza nazionale rispettivamente con il 20% e il 17%. “A sud – osserva –, a fronte di minore presenza di servizi ma di maggiore povertà ed emarginazione, si registra una forte presenza di organizzazioni ecclesiali che suppliscono alle mancanze”. (Sir)