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SERVIZIO CIVILE: MONS. MONTENEGRO (CARITAS), «PENSARE SEMPRE PIÙ SENZA FRONTIERE»

“Coltivare il senso della solidarietà globale” e della giustizia, ”invocare la pace vera e stabile” e “impegnarsi nelle molteplici esperienze di servizio”. Così, secondo il presidente della Caritas Italiana mons. Francesco Montenegro vescovo ausiliare di Messina, i giovani possono “coltivare l’albero della pace”. Secondo il presule – intervenuto questa mattina a Cassino (Fr) all’incontro nazionale dei giovani in Servizio Civile sul tema “La persona umana, cuore della pace. La Spiritualità del Servizio come dono di sé – occorre coltivare in primo luogo “il senso della solidarietà globale, nel rispetto dell’ambiente naturale ma anche dell’ambiente vitale quotidiano”, e ”la consapevolezza e il senso dell’unità della famiglia umana e del bene comune universale che oltrepassa interessi nazionali e corporativi”. “L’umanità – ha detto mons. Montenegro – è la stessa in tutti. Quando ci si lascia interpellare dai bisogni spietati del nostro tempo dobbiamo pensarci sempre più ‘senza frontiere’, dentro i guasti dell’intero creato, per educarci a considerarli correlati tra l’ambito locale e quello internazionale”. Inoltre per costruire “l’albero della pace” – ha aggiunto – occorre coltivare e invocare “la pace vera e stabile”: in primo luogo quella “interiore”.

La conflittualità – secondo mons. Montenegro – si deve “prima assumere e poi superare in un nuovo modo di procedere, sfidando l’impossibile abbattendo vecchi schemi mentali, culturali, religiosi e sociali, con un netto e deciso rifiuto della guerra, della violenza, dello scontro come metodi di soluzione dei conflitti”. Per questo occorre “coltivare il senso della giustizia, come rispetto effettivo dei diritti di tutto l’uomo e di tutti i popoli con spirito di dialogo”.

“Restituire centralità e dignità alla persona – ha affermato mons. Montenegro – porta con sé la necessità di costruire un comune senso di responsabilità e di partecipazione”. Sul territorio ogni giorno – ha proseguito il presidente della Caritas – “incrociamo molteplici bisogni che vanno considerati in modo continuativo, con un minimo di preparazione e possibilmente dentro forme e servizi strutturati che ci interpellano e ci chiedono un impegno in attività di servizio”. Oltre al servizio civile mons. Montenegro ha citato l’impegno di tanti giovani in varie attività e forme di “volontariato”, in gruppi e associazioni: “luoghi opportuni per imparare e per mettere a disposizione, non solo qualcosa, ma anche il proprio tempo”.

Mons. Montenegro ha quindi invitato a “visibilizzare”, a “far parlare concretamente, in tempi e modalità di intervento messi a disposizione dei bisogni concreti della comunità, il vivere in modo personale la vita cristiana e l’esprimere la propria appartenenza alla comunità, non solo nel ricevere e dare servizi catechistici e liturgici, ma anche nel costruire, soprattutto, l’essere famiglia di Dio”. Secondo Benedetto XVI la “vocazione più grande di ogni persona è l’amore”, ha ricordato il presule: per fare questo occorre “spogliarsi delle troppe armature e sicurezze”, “cercando le poche parole e le azioni che davvero servono” e, “in tutta umiltà, con il grembiule dei servitori”.

All’incontro di questa mattina – al quale hanno partecipato circa 500 giovani insieme ad una rappresentanza di studenti delle scuole superiori di Cassino – sono intervenuti, fra gli altri, mons. Vittorio Nozza, Silvana Casmirri, docente di Storia Moderna e Contemporanea all’Università di Cassino, mons. Lorenzo Chiarinelli, vescovo di Viterbo, Diego Cipriani e il vescovo di Montecassino, mons. Fabio Bernardo D’Onorio, che presiederà una solenne liturgia eucaristica. Sir