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SERVIZIO CIVILE, RAPPORTO CNESC: ESPERIENZA AMPIAMENTE POSITIVA, MA CON I TAGLI FUTURO PRECARIO

E’ di circa 80 milioni di euro il valore economico dei servizi erogati attraverso il servizio civile. Una esperienza giudicata dai giovani “ampiamente positiva” con risvolti fruttuosi anche nella successiva ricerca del lavoro. La metà dei giovani che hanno fatto questa scelta riesce, infatti, entro due anni a trovare una occupazione, più o meno stabile. Sono alcuni dei dati che emergono dal VII Rapporto Cnesc (Conferenza nazionale enti servizio civile) presentato oggi a Roma, a ricordare la ricorrenza del 15 dicembre 1972, data in cui venne approvata la legge 772/72 che istituiva per la prima volta in Italia il servizio civile. Secondo l’indagine svolta dalla Cnesc nel corso del 2004 oltre 10.000 giovani, dei 17.000 che hanno presentato domanda, hanno svolto il servizio civile presso gli enti che aderiscono alla Conferenza.

Nel complesso, i volontari in servizio hanno impiegato circa 10 milioni e seicentomila ore del proprio tempo, in media più di mille ciascuno. Gli utenti che hanno usufruito dell’opera dei volontari sono stati circa 250.000, la metà dei quali nel settore dell’assistenza. 70.000 circa le persone servite nel campo dell’educazione e della promozione culturale, 25.000 e 14.000, rispettivamente, nei settori della tutela dell’ambiente e del patrimonio artistico e culturale; ciascun volontario, in media, ha prestato la propria attività al servizio di 16 utenti.

Il rapporto, tramite un campione rappresentativo di volontari, ha voluto anche avere il giudizio degli stessi sull’esperienza compiuta, che risulta “ampiamente positivo”: il voto dato (scala 1-10) è pari a 8,2. Secondo quanto emerso dall’indagine lo svolgimento delle attività non pregiudica la prosecuzione degli studi universitari, anzi, per oltre il 40% dei soggetti intervistati, il servizio civile si è rivelato “un’esperienza utile al proseguimento degli studi, soprattutto per le competenze acquisite”.

“Tale situazione – precisa però la Cnesc – potrebbe tuttavia mutare radicalmente in seguito alla completa attuazione della recente riforma universitaria”. Per i giovani il valore aggiunto dell’esperienza riguarda soprattutto “la crescita civile e la sfera dei rapporti umani”. Il servizio ha comunque un ruolo molto importante anche per l’ingresso nel mondo del lavoro: ben il 78% degli intervistati consiglierebbe l’esperienza ai propri conoscenti e amici per aumentare la possibilità di trovare lavoro. A due anni dalla fine del servizio, infatti, il 47,3% degli intervistati ha un’occupazione (nel 56% dei casi a tempo indeterminato), il 26,3% è studente e solo il 23% disoccupato, a fronte di una media nazionale del 26%.

“I dati del nostro Rapporto – ha detto Franco Casini, presidente della Cnesc – evidenziano che i giovani premiano il servizio civile di qualità. Peccato che lo scenario futuro, specie per quanto riguarda le risorse economiche sia assolutamente precario. E’ stato infatti annunciato un ulteriore taglio del 2% oltre a quello già previsto per la Finanziaria 2006″.Sir