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SETTIMANALI CATTOLICI, CARD. RUINI: «GUARDARE AL FUTURO CON SPERANZA»
Quella dei settimanali diocesani è una delle espressioni più antiche e, ancor oggi, più diffuse dell’impegno della Chiesa italiana nel campo dei media. E’ quanto afferma il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, nel suo discorso in occasione dell’apertura, oggi pomeriggio, dei lavori della I Assemblea nazionale straordinaria della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), in corso a Roma fino al 25 novembre. Da oltre un secolo ricorda il card. Ruini nel testo letto da mons. Claudio Giuliodori, direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali – molte diocesi italiane hanno adottato i settimanali d’informazione come importanti strumenti di evangelizzazione e di acculturazione, luoghi d’impegno per tanti laici. La Conferenza episcopale, dal canto suo, ha sempre seguito con grande attenzione e ha sostenuto il lavoro della Federazione.
Quella dei settimanali è, per il card. Ruini, un’esperienza tutt’altro che superata e costituisce ancora, di fatto, l’articolazione comunicativa più capillare di cui dispone la Chiesa italiana. Tutto ciò, ha aggiunto, necessita di essere continuamente ripensato sia dal punto di vista del profilo editoriale sia dal punto di vista del confronto e dell’integrazione con gli altri media di cui oggi dispone la comunità ecclesiale, come l’Agenzia Sir, Avvenire, Sat2000, il circuito InBlu.
In questi ultimi decenni sono cambiati gli scenari culturali – osserva il card. Ruini nel suo saluto, letto da mons. Giuliodori, ai partecipanti all’Assemblea della Fisc -: emerge sempre più il confronto, anche acceso e a volte aspro, sui temi fondamentali del nascere e del morire, sul rapporto tra scienza ed etica, sul valore del matrimonio e della famiglia. In questo contesto è cresciuto, in maniera visibile, il ruolo della Chiesa e dei cattolici nel porre all’attenzione di tutti il significato e le implicazioni della nuova questione antropologica.
Un significativo contributo per portare dentro il dibattito odierno un di più di consapevolezza circa i valori e i beni irrinunciabili può venire, per il card. Ruini, dai mezzi della comunicazione sociale e in particolare dai settimanali diocesani. In più occasioni, ha proseguito, avete dimostrato quanto importante sia il vostro ruolo, nei singoli territori e nel Paese, come nel caso della campagna referendaria dello scorso anno in materia di procreazione medicalmente assistita. In questo modo vi fate interpreti del diritto-dovere della Chiesa ad essere presente nel campo dei media.
Guardando al futuro dei settimanali cattolici, il card. Ruini ha sottolineato che mentre le tendenze in atto confermano un maggior rischio di declino per le grandi testate nazionali, s’intravede una possibilità di sviluppo della stampa locale, legata a singoli territori. Nell’attuale mondo globalizzato la gente sente sempre più il bisogno di radicarsi nel proprio territorio. All’interno di questo ritorno al locale i lettori preferiscono i giornali locali in una sorta di processo di identificazione.
Di fronte a tale situazione, ha osservato il porporato, si aprono buone prospettive e interessanti spazi per la nostra stampa diocesana. L’attuale è, dunque, un tempo favorevole per cui bisogna guardare al futuro con speranza. Nella società di oggi, pluralista e caratterizzata dall’emergere di culture laiciste, per il card. Ruini, è necessario dotarsi di moderni strumenti di evangelizzazione quali sono i giornali, in grado di informare e formare l’opinione pubblica locale ai valori cristiani. I settimanali diocesani sono una concreta espressione dello slancio missionario per attuare quella nuova evangelizzazione che si rivolge al mondo parlando un linguaggio comprensibile all’uomo d’oggi.
Il settimanale cattolico luogo di dialogo di una realtà frammentata
Un giornale come luogo d’incontro e di aggregazione
Il testo integrale dell’intervento del card. Ruini (dal sito del Sir)