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SINDACO DI FIRENZE: MI ASSOCIO A RICHIAMO CARDINALE SU NECESSITA’ NUOVO SLANCIO COMUNITA’ CIVILE

“Ieri il cardinale di Firenze, Ennio Antonelli, ci ha richiamati come comunità civile, ad un nuovo slancio di solidarietà per il bene comune: io mi associo a questo richiamo”. Lo ha detto il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, intervenendo alla proiezione del film-documentario “Alluvione Firenze”, girato nei giorni del disastro dal regista Franco Zeffirelli, cui oggi è stato conferito un riconoscimento proprio per quella pellicola. “Ieri – ha ricordato il sindaco – il cardinale Ennio Antonelli, con tutta la sua autorevolezza morale e spirituale, ci ha richiamati come comunità civile ai problemi dell’oggi. E con questo riferimento alla comunità civile ha toccato un concetto al quale anche io tengo particolarmente”. Ricordando lo slancio di solidarietà per salvare un bene comune che si manifestò all’ indomani dell’alluvione del 4 novembre 1966, il sindaco Domenici ha detto che anche oggi “é tempo di solidarietà”. “Di fronte alla complessità dell’oggi, derivante da fenomeni come la globalizzazione, l’immigrazione ed il turismo di massa, cui Firenze non può opporsi – ha proseguito il sindaco – non serve avere una visione nostalgica del passato, ma occorre che ognuno faccia la sua parte e che tutti collaborino, ognuno con le proprie forze e secondo il proprio ruolo”.

“In questi giorni – ha detto il sindaco – mi sono chiesto spesso come fosse la Firenze del ’66, di cui tanto abbiamo parlato e che tanto abbiamo ricordato. Perché credo che per capire la città di oggi sia utile sapere cosa è rimasto e cosa è cambiato. Allora c’erano più abitanti: 450mila contro i 377mila di oggi, ma la città era più piccola e c’erano meno domiciliati; l’aspettativa media di vita di un fiorentino era inferiore di 10 anni; il reddito pro-capite era più basso di 2,8 volte; le auto circolanti erano 95mila contro le 291mila di oggi; i residenti stranieri erano 1.180 contro i 32.500 odierni; il 35% dei fiorentini aveva la casa di proprietà, mentre oggi ce l’ha oltre l’80%. I turisti erano un terzo, 3 milioni e 300mila presenze contro gli oltre 9 milioni attuali; l’illuminazione delle strade lasciava molto a desiderare; c’erano gravi problemi di approvvigionamento idrico nelle zone delle Cure e dell’Isolotto. Tutto questo per dire che stiamo meglio oggi? No. Il problema è capire come è cambiata la città”.

“La nostra città – ha continuato Domenici – oggi deve confrontarsi con nuove contraddizioni: i problemi li vediamo tutti ogni giorno nelle nostre strade, nelle nostre piazze. Davanti a questi problemi, credo si debba cercare di governare insieme i nuovi processi nel mondo migliore. Con un nuovo slancio di solidarietà”. “Credo che queste celebrazioni per il 40mo dell’alluvione debbano avere un duplice obiettivo – ha concluso il sindaco -: portare le risorse per la definitiva messa in sicurezza dell’ Arno, e su questo fronte credo che qualcosa si sia ottenuto; e recuperare quello spirito solidale di fondo che venne fuori dopo l’alluvione. Perché se ognuno fa la propria parte secondo la sua responsabilità, se pensiamo che il problema del futuro non é solo quello della ricchezza privata ma del bene comune e collettivo, se riusciamo ad unire gli intenti, allora anche queste celebrazioni saranno servite a tutti noi e alla nostra città”. (ANSA).

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