Italia

Scuola, ecco le scuole per la maturità in 4 anni. Toccafondi: cambiamenti per aiutare ragazzi

Le 100 scuole ammesse con il decreto pubblicato sono così distribuite: 44 al Nord, 23 al Centro, 33 al Sud. Si tratta di 75 indirizzi liceali e 25 indirizzi tecnici. Sono 73 le scuole statali, 27 quelle paritarie.

Ogni scuola potrà attivare una sola classe sperimentale. I percorsi partiranno con l’anno scolastico 2018/2019. Le iscrizioni saranno possibili a partire dal prossimo 16 gennaio, la stessa data prevista per le iscrizioni ai percorsi ordinari.

In Italia già 12 istituti stanno sperimentando il diploma in 4 anni sulla base di singole richieste presentate negli anni scorsi al Ministero. Con il bando emanato a ottobre si è deciso di superare questa logica, aprendo a una sperimentazione con criteri comuni di selezione, che hanno messo al centro la qualità dei percorsi e l’innovazione didattica, e con obiettivi nazionali di valutazione che, alla fine del percorso sperimentale, consentiranno di fare scelte basate su dati e informazioni approfonditi.

Nessuno «sconto» sugli obiettivi formativi: le scuole partecipanti assicureranno, come previsto dall’Avviso pubblico di ottobre, il raggiungimento delle competenze e degli obiettivi specifici di apprendimento previsti per il quinto anno di corso, nel rispetto delle Indicazioni Nazionali e delle Linee guida. «I percorsi quadriennali non nascono oggi, sono il frutto di un dibattito che va avanti da tempo e di una riforma scritta nel 2000 quando era ministro Luigi Berlinguer – sottolinea la ministra Valeria Fedeli – Quella riforma non è mai stata attuata, ma nel 2013 una commissione istituita dal ministro Francesco Profumo ha ripreso il tema dei percorsi quadriennali. Successivamente la Ministra Maria Chiara Carrozza ha dato il via libera alle prime sperimentazioni. Con il bando emanato a ottobre abbiamo deciso di imprimere una svolta».

Continua la nota: «Di consentire una sperimentazione su grandi numeri, con una maggiore diffusione territoriale, nell’ottica di dare pari opportunità alle ragazze e ai ragazzi di tutto il Paese, e una maggiore varietà di indirizzi di studio coinvolti. Tutto questo per fare in modo che, alla fine del quadriennio, si abbiano esperienze misurabili e valutabili davvero, secondo parametri condivisi e lavorando attraverso comitati scientifici nazionali e territoriali. Si avranno dossier approfonditi su cui poi tutti gli attori coinvolti potranno aprire il dibattito sul destino dei percorsi quadriennali».

A seguito del bando emanato a ottobre, al Miur sono pervenute poco meno di 200 richieste di sperimentazione: 87 dal Nord, 45 dal Centro, 65 dal Sud. In particolare, 128 richieste sono arrivate da scuole statali, 69 da scuole paritarie; 147 da indirizzi liceali, 50 da indirizzi tecnici. Cento sono le richieste di sperimentazione ammesse da subito, come da bando. Per altre 92 il ministero chiederà al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione il parere su un decreto di ampliamento del numero delle sperimentazioni, in considerazione della forte rispondenza di questi 92 progetti ai criteri e ai requisiti previsti dall’Avviso di ottobre, dell’alta qualità della progettazione e anche per consentire una ancor maggiore diffusione territoriale e varietà di indirizzi coinvolti. La richiesta di allargare la platea delle scuole partecipanti è pervenuta al Ministero, in via formale, anche da parte di alcune Regioni. Il via libera alle ulteriori 92 sperimentazioni dovrà avvenire, comunque, nel mese di gennaio, consentendo così la partenza di tutte le sperimentazioni nell’anno scolastico 2018/2019.

«È importante ribadire, ancora una volta, che questa novità non può essere letta come il semplice “studiare un anno in meno”. – ha dichiarato il Sottosegretario al Miur Gabriele Toccafondi -. Chi frequenterà queste classi studierà in quattro anni ciò che normalmente si fa in cinque, anche allungando l’orario settimanale. Le scuole hanno presentato progetti coordinati con i territori, le categorie economiche, sociali e gli enti locali, la decisione del consiglio di istituto e la presa d’atto da parte delle organizzazioni sindacali degli insegnanti, che non sarebbe venuta meno la necessità di insegnanti bensì una riorganizzazione oraria. Ancora una volta, infine, abbiamo dimostrato che per noi la scuola è tutta pubblica e si divide in statale e non statale paritaria, la commissione ha semplicemente scelto i migliori progetti, ennesima dimostrazione che questo governo ha rotto muri ideologici e costruito strade sempre in funzione della crescita dei ragazzi».