Italia

Scuole materne: Fism, «riaffermare e sostenere la parità effettiva»

L’impegno della Fism a sostegno delle scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana» (2008 – 2014)», appena diffuso. Le scuole aderenti alla Fism scolarizzano il 35% della popolazione in età, ma la loro condizione sta diventando sempre più difficoltosa perché la progressiva riduzione dei contributi statali ne mette a rischio la sostenibilità. Nel dossier la Federazione ricorda che nel 2001 il finanziamento statale fu di 380 milioni di euro per 6.730 scuole con 566.200 alunni; nel 2013 questo finanziamento è sceso sotto i 290 milioni per circa 10mila scuole con 630mila alunni. «Se le scuole d’infanzia paritarie saranno costrette a cessare il loro servizio – si legge nel documento -, per la spesa corrente dello Stato, se non si intende dimezzare il servizio sul territorio nazionale, si dovranno reperire non meno di 4 miliardi l’anno, cui andranno aggiunti gli investimenti necessari per gli edifici e gli altri oneri a carico degli enti locali per mense e trasporti». L’Ocse, ricorda la Fism, ritiene di «qualità alta» la scuola dell’infanzia italiana, e definisce il nostro sistema integrato «parametro di eccellenza a livello internazionale».

È positivo, fa notare la Fism, che governo e parlamento considerino la scuola «tra le primissime priorità», ma «i dispositivi messi in campo debbono essere a sostegno dell’intero sistema», giacché la legge 62/2000 sulla parità scolastica riconosce il sistema nazionale di istruzione «costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie». Queste ultime, chiosa la Fism, garantiscono «la libera scelta educativa delle famiglie», tuttavia, mentre il costo per alunno della scuola statale è di 6500 euro, il contributo che lo Stato gira alle scuole Fism è di soli 420 per alunno, costringendole a innalzare le rette, col risultato che le famiglie più povere sono costrette a ritirare i propri figli. «La parità deve essere effettiva, non solo giuridica ma anche economica», afferma la Federazione, come in Francia, Germania, Danimarca, Belgio, Lussemburgo, Olanda. Nel Dossier sono raccolte le iniziative promosse in questi anni a tale fine, a livello locale e nazionale.

Lo scorso 8 aprile il segretario nazionale della Federazione, Luigi Morgano, ha partecipato ad un’audizione presso il Senato per la discussione del ddl per il riordino del sistema scolastico e formativo del paese («Buona Scuola»). «Stante le difficoltà odierne – ha avvertito – siamo di fronte a un bivio: o si adottano misure adeguate, oppure il sistema scolastico italiano si ridurrà a sistema unico, delle sole scuole statali».