Italia

Sì, la scuola ci sta a cuore

L’invito è stato accolto con grande entusiasmo. È questo il primo messaggio che giunge da ogni angolo della Penisola, a poche ore dal grande appuntamento della scuola italiana con Papa Francesco. Da tutta Italia, infatti, sono attesi a Roma, sabato 10 maggio, più di 150mila partecipanti, che hanno aderito alla proposta della Chiesa italiana rivolta a studenti, insegnanti, dirigenti, personale amministrativo e genitori di tutte le scuole, statali e paritarie. Perché, è stato più volte ribadito in questi mesi, ciò che sta a cuore è «la scuola tutta, senza inutili distinzioni tra statale e paritaria, giacché essa è per definizione un servizio pubblico che decide del bene di tutti, del livello della democrazia, dello sviluppo culturale e morale di un popolo». Ed è significativo, in questo senso, lo slogan scelto – che richiama alla mente l’opera di un sacerdote-educatore del calibro di don Milani – per la giornata: «We care» – «Ci sta a cuore». Quasi a ribadire una volta di più che la scuola è affare di tutti, credenti e non credenti, perché è il luogo dove crescono, ogni giorno, i ragazzi e i giovani, ovvero la speranza e il futuro di ogni Paese.

Una certezza, questa, spesso dimenticata negli ultimi anni. «La crisi economica – ha scritto il Consiglio permanente della Cei in vista dell’incontro – ha impedito che si potesse intervenire come si sarebbe voluto e dovuto fare. Ma la crisi della scuola non dipende da fattori soltanto economici. È una crisi più profonda che chiama in causa la responsabilità di ogni cittadino che si sente convocato e obbligato a contribuire al bene comune, tanto più urgente quanto meno avvertito».

Per questo motivo, nel maggio 2013 – seguendo anche quanto indicato dai vescovi negli Orientamenti pastorali per il decennio, dedicati all’educazione – è stato avviato il progetto «La Chiesa per la scuola», proprio con l’intento di rilanciare nella società il dibattito sull’educazione e sulla scuola.

«La Chiesa per la scuola»: non uno slogan o un proclama confessionale, dunque. Dire la Chiesa «per» la scuola significa mettere al centro le persone. In primo luogo i ragazzi, e con loro gli insegnanti e le famiglie: il «mondo» che sarà in piazza San Pietro, sabato, per incontrare il Papa. Un mondo non artificiale, ma reale, che ha a che fare con la realtà quotidiana. Basta chiudere gli occhi un istante e andare con la mente, ma soprattutto con il cuore, a quanto accade ogni giorno davanti alle scuole. Ci sono i ragazzi, davanti ai cancelli – i più piccoli accompagnati dai genitori – in attesa di entrare. Si chiacchiera un po’ su tutto: dall’interrogazione imminente alla serata, dalla partita di calcio al primo amore… Ma cosa si cela realmente dietro quei volti, a volte raggianti e allegri, altre assorti e più pensierosi? Se si osserva attentamente emerge – pur tra innegabili problemi – un grande desiderio di bellezza, di verità, di bontà. È un desiderio presentato, ogni giorno, attraverso le domande e le attese portate dentro. Un desiderio che chiede una riposta dal mondo degli adulti. La scuola è chiamata a incrociare proprio queste attese dei ragazzi, perché – come ricordava Papa Francesco nello scorso mese di giugno agli studenti delle scuole gestite dai gesuiti in Italia e in Albania – «la scuola è uno degli ambienti educativi in cui si cresce per imparare a vivere, per diventare uomini e donne adulti e maturi, capaci di camminare, di percorrere la strada della vita».

Vale la pena, allora, ribadire tre assunti fondamentali, e per lo più condivisi, sul pianeta-scuola. Il primo: senza scuola un ragazzo non può diventare adulto. Il secondo: senza di essa non c’è futuro per la società. Il terzo: la scuola deve educare se vuole generare futuro. Il tutto con una richiesta: avere una scuola degna della nostra tradizione educativa, attenta alle radici culturali, così pure alle innovazioni e ai cambiamenti, senza tuttavia smarrire la sua vocazione prima, quella di accompagnare i ragazzi – attraverso il «consolidamento» della personalità e della capacità critica – all’età adulta.

«La Chiesa per la scuola» vuole ricordare tutto questo. E l’incontro con Papa Francesco rappresenterà il momento clou di tale impegno, che già si esprime attraverso centinaia di buone pratiche su tutto il territorio nazionale. Sarà una grande festa attorno a un valore condiviso che genera ogni giorno nuovi orizzonti di vita. Un evento che, certamente, trasmetterà speranza e fiducia a quanti abitano la scuola e ricorderà a tutti il compito di custodirne la vocazione educativa. L’attesa è tanta, il conto alla rovescia è già iniziato. L’invito è stato accolto, dicevamo. Con l’augurio di un cammino che da sabato riparta sulla strada del lavoro insieme ritmato dallo slogan «We Care».