Italia

Sicurezza stradale, giro di vite del governo

Giusto in tempo per il grande esodo di agosto, il Governo – con il via libera dell’opposizione e la benedizione del presidente della Repubblica – vara le nuove norme che inaspriscono pene e controlli sulle strade. Il decreto legge (sei articoli), presentato dal ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, mette nel mirino soprattutto chi guida ubriaco: previste maximulte e obbligo di servizio gratuito presso Centri traumatologici.

BIANCHI, NORME SUBITO IN VIGORE – Con il dl, ha spiegato Bianchi al termine del Consiglio dei ministri di venerdì 3 agosto, “abbiamo voluto dare un segnale forte nel momento più difficile dell’anno, quello dell’esodo di agosto”. L’obiettivo, ha aggiunto, “era avere una norma disponibile ora, senza aspettare i tempi più lunghi del disegno di legge. Domani stesso mi auguro che il decreto sia pubblicato in Gazzetta Ufficiale”. Il presidente Napolitano, ha proseguito, “ci ha fatto sapere che era disponibile a firmare il decreto solo a condizione che il testo venisse approvato all’unanimità dalla commissione Trasporti del Senato, cosa che è avvenuta. Abbiamo anche preso accordo con tutti i capigruppo perché si proceda alla conversione del decreto alla sua scadenza, ad ottobre, se nel frattempo Camera e Senato non avranno approvato il disegno di legge”.

PUGNO DI FERRO CONTRO UBRIACHI AL VOLANTE – L’articolo 5 del dl modifica il codice penale inasprendo le pene contro la guida sotto effetto di alcol, causa secondo stime dell’Oms, di almeno il 30% degli incidenti stradali gravi in Italia. Previsti tre gradi di intensità della violazione, cui corrispondono tre differenti livelli di sanzioni: si va da un’ammenda compresa tra 258 e 1.032 euro per un valore di alcol nel sangue pari a 0,5 grammi per litro ad un massimo di 6.000 euro con arresto fino a sei mesi, sospensione della patente fino a due anni per un tasso superiore a 1,5 g/l. La pena detentiva, ha spiegato Bianchi, “può essere scontata con lo svolgimento di servizi sociali in istituti dove sono ricoverati vittime di incidenti stradali”. Pene raddoppiate quando il guidatore ubriaco provoca un incidente. Misure analoghe per la guida sotto effetto di droga.

MAXIMULTE PER I VELOCISTI – Il decreto punta anche a colpire i velocisti al volante, aumentando sia le multe che la durata della sospensione della patente: per chi supera di 40 kmh i limiti, sanzioni da 370 a 1.458 euro con sospensione patente da tre a sei mesi; se si superano di 60 kmh, la multa arriva fino a 2.000 euro, con sospensione della patente per un anno.

NO CELLULARE, SI’ AURICOLARE – Vietato poi l’uso di dispositivi radiotrasmittenti durante la guida. Sì invece al viva voce o all’auricolare, purché il guidatore per il loro funzionamento non debba usare le mani. Per chi trasgredisce sanzione tra 148 e 594 euro e sospensione della patente da uno a tre mesi, in caso di ulteriore violazione nel corso di un biennio. Viene inoltre introdotto il divieto a trasportare sui mezzi a due ruote i minori di quattro anni, multe da 2.257 a 9.032 euro per chi guida senza patente, il limite di guidare auto con potenza non superiore ai 50 kw per i neopatentati.

FERRERO CRITICO, CEDUTO A LOBBY ALCOL – Le misure non sono però state ritenute sufficienti dal ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, che avrebbe voluto veder approvata la sua proposta di legge per limitare la pubblicità sugli alcolici, presentata al preconsiglio dei ministri da oltre un mese. “Nel momento in cui si agisce per istituire strumenti in favore della sicurezza sulle strade – ha lamentato – si cede alle pressioni delle lobbies dei produttori di alcolici, perdendo così un’occasione preziosa di intervenire anche sulla prevenzione”. Critiche al decreto, ma per motivi opposti, sono arrivate poi da Egidio Pedrini (Idv), che ha parlato di norme “repressive”, dal presidente di Fai-Conftrasporto, Paolo Uggé (“norme che molto difficilmente troveranno pratica applicazione, ma certamente genereranno confusione”) e da Adiconsum e Codacons. Soddisfazione è stata invece espressa dal ministro per le Politiche giovanili, Giovanna Melandri e dal presidente della commisione Lavori Pubblici del Senato, Anna Donati. (ANSA).

SEQUESTRO AUTO PER UBRIACHI AL VOLANTE, IL GOVERNO CI RIPENSA

21 agosto 2007. Ubriachi al volante? Il sequestro dell’auto va disposto solo come misura estrema, ovvero quando non è possibile impedire altrimenti a chi viene colto in fallo la guida del veicolo. E’ quanto precisa una circolare del Viminale inviata a prefetture e questure, dopo che nei primi giorni di applicazione del decreto legge del 3 agosto che inasprisce le pene del Codice della strada, ci sono stati ripetuti casi di sequestri annullati da parte di magistrati. La circolare si riferisce, oltre che al reato di guida in stato di ebbrezza, anche a quelli di guida senza patente e sotto l’effetto di droghe. Ebbene, rileva il documento firmato dal direttore centrale della polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i reparti speciali della polizia di Stato, prefetto Luciano Rosini, il sequestro preventivo del veicolo “non deve essere disposto in ogni caso di accertamento dei reati”, ma solo quando ricorrono i presupposti richiesti dall’articolo 321 del Codice di procedura penale. Cioé, quando “vi sia effettiva necessità di impedire che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati”.

In altre parole, l’auto va sequestrata quando é l’unico modo per impedire che chi ha commesso il reato possa rimettersi al volante. Il sequestro preventivo non è invece necessario – indica il provvedimento – se il veicolo può essere consegnato ad un’altra persona in grado di guidarlo, presente a bordo oppure immediatamente reperibile. E neanche se il trasgressore, a sue spese, sia in grado di far intervenire un mezzo di soccorso idoneo al trasporto dell’auto presso la propria residenza. Insomma, puntualizza la circolare, il sequestro del veicolo “deve essere considerato una misura estrema da adottare, ove ne ricorrano i presupposti e nel rispetto delle condizioni previste dall’art. 321 del Codice di procedura penale, solo quando sia stato inutilmente esperito ogni altro tentativo di impedire al contravventore la conduzione del veicolo stesso”.

Resta inteso che, nel caso di veicoli a due ruote, continua a valere la norma del Codice della strada che impone sempre il sequestro del mezzo. E ad appoggiare una interpretazione restrittiva delle nuove norme sul Codice della strada, introdotte con il decreto legge dello scorso 3 agosto, è anche il procuratore della Repubblica di Savona, Alberto Landolfi, che ha disposto una serie di dissequestri di auto bloccate durante i controlli notturni da carabinieri e polizia stradale. “Come magistrato – ha spiegato – ritengo che non possiamo autorizzare questi sequestri se i conducenti sono incensurati e magari al primo incidente della loro vita”. (ANSA).