Italia

Sociale; card. Lojudice: “in tempo di pandemia ci sia cambio di passo per i diritti dei minori”

«In quasi 20 anni, prima come sacerdote, poi come vescovo, ho incontrato migliaia di minori a Roma, e non solo, costretti a vivere ai margini della città, in situazioni di degrado sociale ed economico. La cosa più preoccupante, però, è che questi bambini e questi ragazzi non hanno voce, non hanno la possibilità di esprimere a pieno le loro difficoltà, i loro desideri, le loro speranze. Non possono essere cittadini al 100%. Dal 1997, quando iniziai la mia esperienza di parroco a Tor Bella Monaca, insieme anche all’Istituto di Medicina Solidale, abbiamo sempre cercato di affrontare questa problematica: come fare in modo che i minori in stato di disagio potessero essere dei cittadini a pieno titolo». È quanto ha dichiarato il CARD. AUGUSTO PAOLO LOJUDICE, Arcivescovo di Siena-Colle Val D’Elsa-Montalcino, nel corso del webinar dal titolo: “Persone di età minore e cittadinanza: i diritti dell’infanzia e adolescenza in Italia: tra teoria e prassi” promosso dalle associazioni “Medicina Solidale” e “Dorean Dote”.

«Sono veramente lieto – ha aggiunto il CARD. LOJUDICE – di questo incontro che ha riunito illustri esponenti delle istituzioni pubbliche e private preposte alla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza. Purtroppo, e lo dico con rammarico, dobbiamo costatare quanto per il diritto sia difficile, ma cruciale, tutelare i minori sui quali spesso ricadono le scelte degli adulti e le crisi familiari. La loro voce, i loro interessi e le loro esigenze, del resto, non trovano, né spesso possono trovare, un’adeguata tutela nel processo civile che, fondato sul contraddittorio tra le parti, è concepito prevalentemente sul modello del conflitto tra soggetti adulti e quindi pienamente autonomi anche nel decidere se chiedere o non chiedere tutela giudiziale. Con questo webinar e con il nostro impegno quotidiano vogliamo mettere in moto un volano di cambiamento affinché il 2021, devastato dalla pandemia, sia l’anno però che possa essere ricordato anche per un cambio di passo rispetto al diritto delle persone di età minore all’ascolto e alla “partecipazione”».

«La realtà minorile – ha detto LUCIA ERCOLI, Responsabile Scientifico di Medicina Solidale e dell’Osservatorio Diritti Minori Vulnerabili “Fonte di Ismaele” – è l’unica fascia sociale che non ha rappresentanza politica in Italia e con grandi difficoltà le istanze giovanili trovano spazio nel dibattito parlamentare e nelle agende di governo, se non strumentalmente. Eppure, siamo consapevoli che il minore è persona umana già compiuta con una sua identità originale e irripetibile, con le sue potenzialità e caratteristiche che devono essere rispettate e sostenute fino al pieno sviluppo. Nonostante ciò, le persone di età minore appaiono come i soggetti più deboli e senza garanzie adeguate alla loro reale salvaguardia. Questo dato si evidenzia in tutta la sua drammaticità nei contesti sociali più degradati e marginali, contesti che dal 2004 sono stati raggiunti dagli interventi della Medicina Solidale con l’intento di ridurre le diseguaglianze nell’ambito della salute. Il nostro auspicio è che l’Autorità Giudiziaria, come fatto per altri ambiti in cui la Legge era assente nella tutela di alcuni diritti civili, trovi il coraggio di sentenze creative anche nell’affermare il diritto alla cittadinanza dei bambini e delle bambine che nascono e studiano in Italia, così che la prassi orienti il legislatore soprattutto laddove manca il coraggio e predomina il solo calcolo politico, quasi sempre miope e di breve respiro».

«Come autorità Garante – ha commentato CARLA GARLATTI, Garante infanzia e adolescenza Italia – riteniamo fondamentale che i ragazzi vengano ascoltati, che la frase “ragazzi al centro” non rimanga solo uno slogan ma rappresenti una modalità di lavoro. Per questo. è stata riattivata una consulta per parlare dei problemi dei ragazzi. E qual è il primo di questi problemi? Il futuro. Tutti i ragazzi devono avere un’occasione di futuro, anche i più sfortunati, anche chi non è in famiglia, come i minori non accompagnati. Per raggiungere questo obiettivo deve essere chiamato in gioco tutto il terzo settore, tutti coloro i quali possono aiutare il minore nel processo di realizzazione della propria personalità. Nel mio ruolo di garante vorrei proseguire lavoro di chi mi ha preceduto, fin dal 2017 abbiamo attivato un tavolo in cui abbiamo ascoltato 100 ragazzi per chiedere loro il futuro che vorrebbero. Da queste esperienze sono state tratte raccomandazioni indirizzate a chi può poi incidere sulla realtà concreta, quindi volte a una implementazione degli strumenti che possono aiutare i ragazzi ad avere un futuro. Si tratta di un impegno che l’autorità Garante ha molto a cuore, e vogliamo che ogni ragazzo possa avere un proprio punto di riferimento, perché chi perde questo punto di riferimento cade più facilmente nelle devianze”.

«Negli ultimi anno sono stati fatti tanti progressi a livello mondiale, – ha sottolineato PAOLO ROZERA, Direttore Generale UNICEF Italia – però in realtà ci sono tante cose che ancora non vanno per quanto riguarda l’infanzia e l’adolescenza. Se tanti anni fa si parlava di primo, secondo, terzo mondo, oggi questo non ha più senso e l’Unicef individua 8 sfide principali che coinvolgono tutto il pianeta. Uno di questi è il declino della salute mentale, argomento sul quale ancora ci sono tantissimi tabù. Oggi sappiamo che gli adolescenti assumono meno rischi rispetto al passato, ma negli ultimi 30 anni tra i minori di 18 anni la depressione è diventata una delle principali cause di disabilità tra i giovani. Secondo l’OMS nel 2016 sono 62000 gli adolescenti morti per atti di autolesionismo e oggi questa è la terza causa di morte per ragazzi tra i 15 e i 19 anni. Nella mia esperienza ho imparato che nessun ragazzo è irrecuperabile, tutti lo sono, ma devono essere seguiti con progetti seri».