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Somalia, Leonella uccisa perché suora
«Ci siamo visti l’ultima volta agli inizi di agosto ricorda mons. Bertin . Mi piaceva scherzare con lei perché era di taglia molto forte. Però il suo cuore era più grande della sua corporatura, infatti una delle pallottole è arrivata proprio lì. Ha avuto un grande amore per i poveri, sia in Kenya sia a Mogadiscio, dove ha portato avanti la creazione della scuola per infermieri con un forte senso di speranza, a volte di ingenuità, ma con un sorriso quasi serafico».
Il vescovo di Djibouti, alla guida di circa 7.000 cattolici in maggioranza francesi, mantiene la carica di amministratore apostolico di Mogadiscio, città in cui è vissuto dal 1978 al 1991, fino all’inizio della guerra civile, che ha costretto molti a rifugiarsi in altri Paesi. Prima i cattolici erano 2.000, ora solo una trentina.
Suor Leonella è stata uccisa insieme alla guardia del corpo. Quindi le religiose vivevano già in una situazione molto rischiosa?
«Sì; ritorsioni sono sempre possibili, soprattutto dove c’è ancora ignoranza e fanatismo, che rende le persone facilmente manipolabili. Ecco perché a Djibouti lavoriamo soprattutto sulle scuole. Crediamo che attraverso l’educazione le persone riescono ad avere una migliore conoscenza dell’altro, maggiore obiettività e rispetto. È un programma a lungo termine ma è su questa linea che bisogna camminare».
Dal suo punto di vista esiste realmente il rischio di uno scontro di civiltà?
«I responsabili della politica, delle religioni, dell’economia devono rendersi conto che bisogna guardare in faccia i problemi che esistono con rispetto e con franchezza, per evitare che si arrivi allo scontro. Vedere, cioè, quali sono i passi necessari che ci aiutano a vivere meglio insieme, con meno tensioni. E capire anche come fare per isolare gli eventuali microbi che possono aggredire il corpo. Per isolare non intendo solo un’azione poliziesca ma un’azione dal punto di vista culturale, intellettuale. È chiaro: non è un rimedio possibile dall’oggi al domani, però è necessario camminare con convinzione e perseveranza, nonostante tutto».