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Stati generali natalità, De Palo (Forum): “Nuova questione sociale. Siamo tutti genitori del Paese di domani”

“Sei anni fa, due giorni dopo la mia elezione a presidente del Forum delle associazioni familiari, mi sono arrivati come un pugno in faccia i dati Istat che mostravano come il nostro Paese stesse lentamente scomparendo, che la situazione era drammatica. Negli anni successivi, peraltro, la cosa è andata peggiorando sempre di più. Oggi perdiamo una città come Firenze”. Lo ha detto stamattina Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari, aprendo gli Stati generali della natalità, in corso a Roma, alla presenza di Papa Francesco e del presidente del Consiglio Mario Draghi, che sono stati ringraziati da De Palo all’inizio del suo intervento.

“Il declino demografico è un’emergenza non solo italiana ma europea. Si parla tanto di sviluppo sostenibile. Ma occorre essere chiari: non ci sarà alcuno sviluppo sostenibile, in Italia come in Europa, senza equilibrio intergenerazionale. Perciò dobbiamo capire che le politiche demografiche non sono costi ma investimenti”, ha sottolineato De Palo, che ha posto queste domande: “Che cosa può accadere se nascono meno bambini? Perché dovrebbe toccare le nostre vite? Meno siamo e meglio stiamo. O no?”. la risposta: “Purtroppo non è così. E non è solo una questione demografica. Lo sarebbe se le donne italiane non volessero – lo dicono tutti i dati – due figli e invece ne fanno in media solo 1,24. Lo sarebbe se l’80% dei giovani italiani – come mostrato da uno studio dell’Istituto Toniolo pubblicato qualche anno fa – non avesse risposto: vorrei due o più figli”.Per il presidente del Forum, “la natalità diventa una questione più grande, una questione antropologica, culturale, politica. Un tema che ha che fare con i desideri e i sogni degli italiani. Nessuno escluso”. Ma “oggi fare un figlio è diventato un lusso, se è vero che è una delle prime cause di povertà. Quando sono uno o più figli aumenta l’incidenza. Ma come può diventare fonte di povertà la nascita di un bambino? Un tempo era ricchezza. Oggi è uno dei cambiamenti che mette in difficoltà le famiglie. Senza contare che se non riparte la natalità, se non riusciamo a rendere più sostenibile l’equilibrio intergenerazionale crolla tutto”.

Oggi “gli anziani vivono sempre più a lungo. Ma se diminuiscono i giovani, cosa accadrà tra una decina di anni? Banalmente: chi pagherà le pensioni se si assottiglia il numero dei giovani che pagano le tasse? Ci può essere ‘Green Economy’ e uno sviluppo sostenibile senza un equilibrio generazionale? Ci può essere una vera innovazione senza giovani? Potremo ancora permetterci una rete di servizi sociali per i più fragili adeguata se crolla il numero dei lavoratori? Come potremo far crescere il Pil se continuiamo ad avere un segno meno riguardo il numero delle nascite? E ancora: la sanità sarà ancora gratuita, se ogni 1.000 lavoratori ci sono – già oggi – circa 600 pensionati?”, gli interrogativi posti da De Palo.

“La natalità e la politica per alcuni versi sono molto simili: quando realmente incidono hanno tempi lunghi”. Ha continuato Gigi De Palo. “Parecchi anni fa mio nonno Marcello, a cui ero molto legato, l’estate prima che morisse, come se lo sentisse mi chiese di accompagnarlo in campagna. Una volta arrivati tirò fuori dal bagagliaio dell’auto una piantina di fico molto piccola, chiedendomi di aiutarlo a piantarla. E mentre stavamo lì a fare la buca mi disse: Gigi, quando io non ci sarò più ricordati di me quando ti farai la pizza con i fichi che a te piace tanto. E così è stato: dopo parecchi anni abbiamo iniziato – e continuiamo – a mangiare di quella pianta, anche oggi che nonno Marcello non c’è più”, ha ricordato il presidente del Forum.

“Con la natalità e, aggiungo, con la politica funziona allo stesso modo: oggi dobbiamo seminare quella piantina di fico i cui frutti verranno raccolti da chi viene dopo di noi. Perché le politiche per la famiglia non danno frutti immediati, ma certi. E forse, anzi, sicuramente noi non ci saremo, più, ma ne beneficeranno i nostri figli e i nostri nipoti. Per questo è urgente cambiare mentalità: dal bonus alla riforma strutturale. Dalla spesa all’investimento. Dal consumare al seminare. Non c’è nulla di più ecologico di un serio investimento sulla ripartenza delle nascite”.

Riprendendo le parole di Papa Francesco – “Quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca” – si è chiesto De Palo: “E come stiamo rispondendo a questa sfida?”. “Noi siamo qui, oggi, perché abbiamo scelto di non rassegnarci – la risposta -. Non vogliamo rassegnarci a sentire o vedere donne costrette a scegliere tra il lavoro e la famiglia. Non vogliamo rassegnarci a vedere i nostri figli su Skype perché qui, in Italia, è impossibile realizzare i loro sogni. Non vogliamo rassegnarci alla magra e stupida consolazione di poter dire, tra dieci anni: ‘Ve lo avevamo detto’. Non vogliamo rassegnarci a un Paese stanco e ripiegato su sé stesso, come un pugile sulle gambe che non riesce più a riprendersi. Non vogliamo rassegnarci a famiglie stanche, che non arrivano alla fine del mese perché sono abbandonate a sé stesse. Non vogliamo rassegnarci a quello sport, tutto italiano, di leggere la natalità con una chiave di lettura ideologica, come se fosse un’occasione divisiva e non come l’opportunità più ghiotta di fare squadra”.

“Non ci sono dubbi: la natalità è la nuova questione sociale, perché se non interveniamo ora, crolla tutto. Ed è una questione sociale universale, che riguarda tutti, anche chi i figli – liberamente – non li ha voluti o non li vuole fare e non desidera figli propri. Perché riguarda il futuro. Perché ha che fare con la speranza di un popolo. Perché anche chi sceglie liberamente di non avere figli propri (mettere al mondo o non mettere al mondo un figlio non deve mai essere un obbligo) avrà bisogno delle generazioni di domani”. Ne è convinto Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, come ha spiegato nel suo intervento introduttivo degli Stati generali della natalità in corso a Roma, alla presenza del Papa e del premier Mario Draghi.

“Siamo tutti genitori del Paese di domani”, ha osservato De Palo, che ha messo in guardia: “Anche se negli ultimi tempi, nel racconto di alcuni media torna ad intervalli regolari una filastrocca che non ha nulla a che fare con la realtà: è quella concezione falsa secondo cui i figli inquinano. Non è così. I figli migliorano il clima sociale, lo arricchiscono, lo curano perché sono loro oggi a volere un mondo diverso, migliore di quello che è stato finora costruito. Sono loro a renderci maggiormente responsabili verso il pianeta: se faccio la differenziata non è perché me lo dice il sindaco della mia città, ma perché è un atto d’amore nei confronti dei miei figli, del futuro…”. E, ancora, “sono i nostri figli a renderci parsimoniosi perché ci “costringono” a spendere per la loro formazione e non per il consumo tout court. Sono loro l’antidoto al consumismo, all’individualismo e all’egoismo che davvero inquinano”.

E a chi gli ha chiesto: “Che cosa c’è dietro questo evento? Dove volete andare?”, la risposta del presidente del Forum è: “Da nessuna parte: vogliamo porre un tema. E lo vogliamo fare coinvolgendo tutte le parti del Paese. Ci eravamo stancati di parlarne solamente commentando i dati Istat sulle agenzie”, nella convinzione che “occorra fare qualcosa per invertire questa tendenza, che sta facendo crollare tutto. Come un terremoto che viene sottovalutato, solo perché non si vedono le crepe nel salotto, anche se la casa, l’architrave su cui si regge, è ormai compromessa”.