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TERREMOTO IN ABRUZZO: CHIESE DANNEGGIATE, COMMISSIONE STRAORDINARIA DELLA DIOCESI

(L’Aquila) – “Un commissione straordinaria per la salvaguardia del beni culturali dell’arcidiocesi de L’Aquila è stata appositamente nominata da mons. Giuseppe Molinari per seguire il recupero dei beni mobili e immobili dell’arcidiocesi”. A comunicarlo al SIR è don Luigi Epicoco, delegato vescovile a capo della commissione. Gli altri due membri sono gli architetti Leonardo Nardis e Giuseppe Tempesta. “Questo organismo – spiega Nardis – avrà il compito di coordinare la messa in sicurezza delle opere e successivamente il restauro degli edifici”. Proprio ieri i tecnici dell’arcidiocesi hanno individuato un magazzino, messo a disposizione dal Gruppo “Spee”, una società di sistemi di sicurezza che già garantiva il controllo e la sicurezza della cattedrale e di altre importanti Chiese della città. “Nel giro di dieci giorni pensiamo di riuscire ad iniziare il trasferimento delle opere nel magazzino”, afferma l’architetto. Vi sono però opere che difficilmente potranno essere recuperate come “una tela di Teofilo Patini, rimasta sotto le macerie mentre un’altra tela è rimasta intrappolata dal ponteggio che era stato costruito per restaurarla. Per questo sarà necessaria una delicata operazione dei Vigili del Fuoco per recuperarla ”, conclude Nardis. “La situazione del centro storico non è quella che si vede nei filmati delle tv o nelle foto. Girando per i vicoli ci si trova davanti ad un vero martirio, tutto è come cancellato”. È la considerazione sulla situazione dei beni culturali nel centro de L’Aquila dell’architetto Leonardo Nardis, membro della commissione straordinaria per i beni culturali dell’arcidiocesi de L’Aquila. “Al centro della città – continua l’architetto – non c’è nessuna chiesa agibile. Una situazione destinata a durare per anni. Secondo i primi riscontri l’80% delle chiese della diocesi risulta inagibile ma restiamo in attesa della schedatura definitiva, frutto dei sopralluoghi dei Vigili del fuoco e dei responsabili del ministero per i Beni Culturali. Le uniche chiese agibili al momento sono quelle di Santa Rita e di San Francesco a Pettino”. Tra le chiese maggiormente danneggiate anche il duomo “il cui restauro, in corso, sarebbe dovuto finire entro luglio. Le volte leggere della cattedrale hanno retto. Ad essere crollata è, invece, la parte in muratura pesante del transetto tra cui una porzione della falsa cupola e dell’abside”.“L’impresa è immane ma siamo fiduciosi di poter riportare alcune chiese ad uno stato di utilizzo tra due o tre anni. Prima di rivedere il centro riportato al suo splendore bisognerà, però, aspettare almeno dieci anni”. È una prima proiezione sui tempi, necessari alla ricostruzione delle chiese danneggiate dal sisma, fornita al SIR dall’architetto Leonardo Nardis, che ha seguito in questi anni il restauro di molte chiese, tra cui la cattedrale dedicata a San Massimo. Secondo Nardis, “si partirà dai simboli della città come la cattedrale, la basilica di Collemaggio e la chiesa di San Bernardino che si trova nella piazza del duomo. Al momento stiamo cercando di stimare quale potrebbe essere l’investimento necessario al recupero dei vari edifici ma non abbiamo ancora gli elementi sufficienti per una corretta valutazione”. A colpire il tecnico è però “il contributo economico e operativo che sta arrivando da più parti”. “Ci sono Stati, regioni ed istituti bancari che hanno dimostrato di essere interessati ad una sorta di gemellaggio con un’opera d’arte o una chiesa, anche se al momento non c’è nulla di concreto. Sembra però credibile la possibilità di accedere ai finanziamenti dell’Unione europea”.Sir