Italia

Terra santa, i cristiani si sentono abbandonati

di Mario Cornioliviceparroco Collegiata di MontevarchiNei giorni a cavallo di fine anno un gruppo di pellegrini fiesolani proveniente dal Valdarno si è incrociato con altri due pellegrinaggi: il primo guidato dal vescovo di Montepulciano–Chiusi–Pienza mons. Rodolfo Cetoloni, il secondo proveniente da San Giovanni Valdarno. È stata una esperienza straordinaria e un pò diversa dal classico pellegrinaggio in Terra Santa. Infatti, abbiamo scelto di visitare i «santuari viventi» – i nostri fratelli cristiani – più che i santuari fatti di pietre. E credo che questo ci abbia permesso di condividere fino in fondo la sofferenza della comunità cristiana che si sente sola e abbandonata.

Tutto ciò ci deve far riflettere: questo grido di dolore non ci può lasciare indifferenti. Tanti cristiani stanno abbandonando la Terra Santa perchè non vedono futuro e si sentono soli. E se la Terra Santa rimane un museo senza più una comunità cristiana credo che sia un disastro per tutta l’umanità. Allora bisogna svegliarsi e andare a trovare i nostri fratelli che, in questo momento, hanno un grandissimo bisogno di sentire il nostro affetto e la nostra vicinanza. Con questo spirito siamo stati a Betlemme, dove abbiamo ricevuto un’accoglienza incredibile: ci hanno aperto le loro case, ci hanno aperto il loro cuore, ci hanno dato tutto facendoci sentire veramente fratelli.

«Abbiamo visto la sua stella e siamo venuti per adorare il Signore», sono queste le parole dei Magi che abbiamo ascoltato per la festa della Epifania e sono anche le parole che ci hanno guidato nel nostro pellegrinaggio. Anche a noi è apparsa la stella che ci ha portato fino a Betlemme indicandoci il luogo dove Gesù era nato. «Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il Bambino».E la stella si è fermata sopra il «Caritas Baby Hospital», l’ospedale dei bambini che cura con tanto amore e tanta attenzione tutti quei piccoli che stanno soffrendo per malattie particolari. Lì abbiamo adorato Gesù bambino.La stella si è fermata sopra la «Crèche», l’orfanotrofio di suor Sophie che accoglie 120 bambini da 1 giorno fino a 6 anni e che dona loro l’affetto e il calore di una famiglia che non c’è. Anche qui abbiamo adorato Gesù bambino, lo abbiamo toccato, lo abbiamo preso in braccio, lo abbiamo baciato. La stella si è fermata sopra la casa di Abu Jiries e di sua moglie che ci hanno accolti con quel calore e quella amicizia che noi abbiamo scordato da tanto tempo dicendoci: «Questa è casa vostra, c’è posto per tutti voi!». Siamo entrati ed abbiamo visto il Bambino.La stella si è fermata sopra Issa ed Assad, due fratelli, due energumeni tipo quelli che ci dicono essere «terroristi». Abbiamo trovato un cuore grande come una capanna e anche lì dentro, a questo enorme cuore, abbiamo adorato il Bambino.

La stella si è fermata da tante altre parti: sull’abbraccio pieno di pace di abuna Maroun, sul servizio silenzioso di Suor Faisa, sull’amore tra Suhail e Nivine che a giugno si sposeranno, sulla sofferenza del padre di Joseph abbandonato dalla moglie con sei figli a carico, senza lavoro e malato di cuore. Non dimenticherò mai più il volto splendido di questo «Gesù» e i suoi occhi carichi di lacrime! Noi ci siamo fidati seguendo la stella e la nostra fiducia è stata ripagata con il centuplo. Abbiamo portato tanti doni come i magi ma il dono più bello è quello che abbiamo ricevuto: Dio ci ha mostrato il suo vero volto, Dio si è rivelato, Dio si è manifestato a noi in un bambino, in un abbraccio, in un sorriso, in un grido di dolore e di sofferenza. È questo il grande dono che abbiamo ricevuto a Betlemme, ed è questo il grande dono che aspetta ognuno di noi se abbiamo il coraggio di seguire la stella per andare ad adorare il Signore Gesù!