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Terremoto Centro Italia: Coldiretti, «25mila aziende e stalle sfidano burocrazia»

«Sono 25mila le aziende agricole e le stalle censite che sfidano la burocrazia nei 131 Comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo dove c’è una significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, e un rilevante indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo». Lo afferma Coldiretti nel triste anniversario delle drammatiche scosse del 30 ottobre 2016 che hanno devastato il Centro Italia.

«Tra i settori più colpiti – sottolinea l’associazione – c’è sicuramente quello dell’allevamento con un calo ad esempio del 20% del latte per la chiusura delle stalle e gli animali ancora sfollati nelle strutture provvisorie, ma in difficoltà è tutta l’economia locale con il crollo del 70% delle vendite nei paesi svuotati». «Una situazione che – rileva Coldiretti – non ha però scoraggiato la maggioranza di agricoltori e allevatori che, a prezzo di mille difficoltà e sacrifici, non hanno abbandonato il territorio ferito e sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicità».

In maggiori difficoltà, prosegue la nota, si trovano anche i 444 agriturismi che secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat operano nell’area dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria. Per l’associazione, «se nel recente decreto sisma approvato dal Consiglio dei ministri ci sono alcuni provvedimenti importanti, occorre ora sostenere la ripresa economica in ambito agricolo e alimentare per la diversificazione delle attività economiche e sviluppo di progetti di filiera con interventi su abitazioni, investimenti aziendali per la ristrutturazione, rendendo effettivo e celere il coordinamento tra i diversi enti coinvolti».

«Serve ‘ricostruire’ le comunità locali e frenare lo spopolamento garantendo le condizioni necessarie affinché le persone tornino o restino a vivere e lavorare nelle aree terremotate», esorta il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, evidenziando che «se la macchina della ricostruzione stenta a mettersi in moto non altrettanto può dirsi di quella della solidarietà, che dalle prime ore del sisma ad oggi ha visto una serie di iniziative promosse dalla Coldiretti che hanno coinvolto tanto gli agricoltori delle altre Regioni quanto i cittadini, oltre a consorzi e associazioni».