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Terremoto Centro Italia: partono i lavori per 11 chiese a Norcia-Spoleto. Consegnate 3.444 casette sulle 3.639 richieste

Sono trascorsi quasi due anni dai terremoti del 24 agosto e 26-30 ottobre 2016, che hanno devastato l’Italia centrale. Ora, per undici delle oltre 350 chiese inagibili della diocesi Spoleto-Norcia, partono i lavori di ricostruzione. Le somme per il recupero di queste chiese sono parte dei fondi nazionali gestiti dal Commissario e trasferiti nella contabilità speciale intestata alla presidente delle Regione, vicecommissario per la ricostruzione in Umbria. I lavori interesseranno le chiese di S. Giovanni Battista in Giappiedi di Cascia (275.904,08 euro), Santa Maria Annunziata in Cerreto di Spoleto (33.502,85 euro), S. Michele Arcangelo in Cortigno di Norcia (48.226,44 euro), S. Salvatore in Usigni di Poggiodomo (319.944,80 euro), Santa Maria Assunta in Sellano (53.712,98 euro), Santa Maria in Vallo di Nera (320.066,31 euro), S. Giovanni Battista in Agriano di Norcia (198.053,62 euro), Madonna Addolorata in Maltignano di Cascia (245.024,61 euro), Santa Maria Assunta in Strettura di Spoleto (309.702,93 euro), S. Felice in Castel S. Felice di S. Anatolia di Narco (222.583,00 euro) e Santa Giuliana e S. Alberto in Collazzoni di Preci (246.305,92 euro).

Gli uffici tecnici dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia hanno espletato tutte le procedure per l’invito alla gara d’appalto; il 7, l’8 e il 9 agosto prossimi verranno aperte le gare e assegnati i lavori, che inizieranno, presumibilmente, nel mese di settembre. «Saluto con particolare favore e soddisfazione la ‘partenza’ dei primi cantieri per il restauro di alcune chiese danneggiate dal terremoto commenta», l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo. «È un segno concreto della ricostruzione possibile, che – sottolinea – risponde all’attesa viva delle comunità che individuano nella chiesa del paese uno dei luoghi più eloquenti della loro fede e della loro identità. Auspico che si moltiplichino anche i cantieri per le case e gli edifici pubblici da ricostruire, affinché le nostre popolazioni possano riprendere al più presto la normalità di una vita dignitosa e sicura».

«Le Soluzioni abitative di emergenza consegnate ai sindaci sono 3.444, rispetto alle 3.639 richieste. A queste si aggiungono ulteriori 112 Sae installate ma in attesa della conclusione della seconda fase di urbanizzazione». Ne dà notizia oggi il Dipartimento di Protezione civile in una nota nella quale spiega che «ad oggi sono state consegnate 1.664 Sae nelle Marche, 815 nel Lazio, 748 in Umbria e 217 in Abruzzo, a fronte di 1.825 ordinate nelle Marche, 824 nella Regione Lazio, 752 in Umbria, e 238 in Abruzzo». «Ulteriori 217 Soluzioni abitative di emergenza – precisa la Protezione civile – sono state ordinate, dopo il 27 novembre 2017, dalle Regioni Marche (124 Sae), Abruzzo (62 Sae) e Umbria (28) e Lazio (3)».