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Terremoto: nella tendopoli di Accumoli, dove la generosità degli italiani è in esubero

Si dorme poco nella tendopoli allestita nel campo sportivo di Accumoli, mentre le notti sono già fredde e piovose. Dormono poco  i 94 sfollati – moltissimi anziani, famiglie e due bambini -, per gli incubi provocati dallo stress vissuto la notte del sisma il 24 agosto e la paura durante le nuove scosse di assestamento. Dormono ancora meno i 60 volontari della Protezione civile della Regione Lazio e le forze dell’ordine, che si alternano in turni di due ore agli ingressi del campo, per assicurare controlli e sicurezza e impedire l’ingresso di sciacalli.

Ieri è stata la notte del lutto ufficiale, del dolore rivissuto, delle lacrime senza freni, assistendo, dal maxischermo nella sala mensa, ai funerali di Stato delle 242 vittime ad Amatrice. Nella stessa tenda-mensa troneggia la statua della Madonna di Accumoli, portata lì a protezione dei concittadini superstiti. Domenica il parroco ha celebrato qui la messa. Su 250 residenti, i morti sono stati 11, una intera famiglia di quattro persone rimasta uccisa dal crollo del campanile nel centro del borgo e altri 7 nelle due frazioni vicine. Ogni nucleo familiare ha ora la propria tenda, gli anziani soli dormono insieme, c’è tanto calore umano e solidarietà ma il risveglio quasi forzato alle 6 del mattino non profuma più di comfort e piccole abitudini casalinghe. Ogni mattina bisogna fare la fila in pigiama e maglione pesante davanti ai bagni chimici, alle docce con gli asciugamani, per poi passare alla colazione alle 7. Ad Accumoli le case sono quasi tutte distrutte o inagibili, si può entrare solo con i vigili del fuoco.

Incredibile generosità degli italiani: beni donati in esubero. Nella tendopoli le varie associazioni della Protezione civile del Lazio – che si alternano anche nella responsabilità del campo – stanno ultimando i lavori: finora sono una quindicina le tende montate. I volontari passano l’asfalto in terra per evitare che con le piogge tutto si trasformi in un mare di fango. L’associazione Galus Ganit gestisce la cucina da campo per i tre pasti al giorno. Le altre finiscono di allestire gli spazi comuni: la ludoteca per i bambini, lo spazio sanitario, gli impianti igienici. Ma soprattutto stoccano e distribuiscono la valanga di generi alimentari, vestiario e prodotti per l’igiene pervenuti alla Protezione civile (è attivo il contact center 800840840) da tutta Italia, fino all’esubero. «Abbiamo montagne di carta igienica e pannoloni per adulti, 5.000 spazzolini, migliaia di saponi, dentifrici, vestiti e giocattoli per bambini – racconta Paolo Salis, infermiere e volontario dell’associazione Fukyo della Protezione civile di Roma -. La generosità degli italiani è stata incredibile. Ma sono arrivati molti più beni del necessario e non possiamo lasciarli all’aperto, ha già iniziato a piovere».  Per non sprecare nulla e mettere a frutto lo slancio di generosità degli italiani è iniziato quindi un percorso in senso inverso, verso le associazioni che quotidianamente lavorano con le persone in difficoltà. «Abbiamo consegnato molti beni alla Comunità di Sant’Egidio a Roma e contattato altre organizzazioni – dice -. Per chi lavora con i poveri è roba preziosa». C’è esubero di beni anche negli altri 5 campi (4 ad Amatrice e un altro ad Accumoli-Illica) allestiti dalla Protezione civile della Regione Lazio, che in totale assiste con 355 volontari 664 persone di giorno e 452 di notte. Anche la Caritas italiana è già attiva con le sue delegazioni e un primo stanziamento di 100mila euro, più 1 milione di euro della Cei e altre donazioni che arriveranno con la colletta del 18 settembre in tutte le chiese italiane.

Accumoli, una grande famiglia di tante famiglie. Durante il giorno sfollati e volontari fanno vita comune, mangiano insieme, condividono le storie di vita. Come quella del farmacista di Accumoli Francesco Nigro, un riferimento per il paese. Conosceva non solo le malattie di tutti, ma entrava in ogni casa per portare le medicine insieme a due parole di conforto, inevitabilmente costretto ad accettare l’offerta di «un bicchierino». Ora si fa accompagnare dai vigili dal fuoco tra le macerie della sua farmacia per cercare i farmaci necessari alle persone del campo. O della signora Marina in ansia per i suoi due gatti. Uno piangeva in cerca del padrone, è stato ritrovato e portato al campo. La maggior parte degli abitanti di Accumoli viveva di agricoltura e allevamento. La prima raccomandazione ai volontari e alle forze dell’ordine è stata: «Andate a dare da mangiare ai cani, ai gatti, alle galline».  Ora il timore più grande è che la precarietà e il dopo terremoto si porti via, oltre alle persone e alle case, anche il clima di solidarietà, amicizia e collaborazione: era come una grande famiglia di tante famiglie. Del futuro poco si sa. Si parla di casette di legno, tutti si augurano che la tendopoli sia smantellata presto. Quello che è sicuro è che nessuno vuole essere sradicato nelle «new town» come quelle in Abruzzo.