Italia

Terzo settore: Barbieri (Forum), «Soddisfazione» per ddl con alcune riserve

«A meno di un anno dal suo annuncio, ci viene restituito, per questa prima parte dell’iter parlamentare, un buon testo», afferma il portavoce del Forum, Pietro Barbieri, ricordando che questo provvedimento che ora andrà al Senato «interessa oltre 300mila organizzazioni, quasi un milione di lavoratori totali e oltre 4,5 milioni di volontari». In particolare Barbieri sottolinea che laddove nel testo si chiede al terzo settore una «gestione economica efficace ed efficiente», si produce un «auspicio condivisibile e una sfida alla trasparenza» che «tuttavia non è previsto né per le aziende profit, né per il più vasto campo della pubblica amministrazione. Diventa invece, in maniera curiosa e anche un po’ ambigua, criterio fondativo proprio solo per il terzo settore. Il che ci lascia perplessi».

Per il portavoce del Forum, «le linee del ddl delega varato alla Camera, sul punto dell’indebitamento intendono facilitare l’acquisizione di personalità giuridica alle realtà del terzo settore e del vasto mondo dell’associazionismo. Il che è un bene, perché con l’acquisizione di tale personalità giuridica si sposta la risposta in solido sul patrimonio dell’organizzazione». «Tuttavia – prosegue – anche in questo caso il modo in cui il testo è scritto appartiene più alla normazione dell’impresa profit che no-profit e rischia l’inefficacia una volta che si avrà la delega». Riferendosi alla formulazione delle norme riguardanti i «Centri di servizio per il volontariato», Barbieri nota che «è del tutto legittimo che acquisiscano nuove funzioni, però non ci sono elementi di salvaguardia per tale allargamento di perimetro. Occorre quindi capire quali saranno le conseguenze di questo sviluppo». Ribadendo che «con la riforma in atto si attuerà un passaggio epocale che coinvolge l’intero Paese e non solo il nostro mondo», il portavoce Barbieri chiede a Governo e Parlamento «quante siano le risorse disponibili, questione che una riforma di questa portata non può certo ignorare».