Italia

Tragedia a Follonica: muore tra le fiamme a 5 mesi

di Chiara Carenini

E’ stata divorata dal fuoco che ha attaccato la copertina di pile che la copriva: è morta così Danuta, la bimba rom di 5 mesi carbonizzata nel rogo scatenato da una candela all’interno della baracca dove viveva con la sua gemellina e la mamma vicino all’ex depuratore di Follonica (Grosseto). Inutile la corsa tra le fiamme della madre, che adesso versa in condizioni disperate al centro grandi ustionati di Roma, il corpo coperto per il 65% da bruciature. La donna è riuscita a salvare Mariella, la gemellina di Danuta, ricoverata adesso in osservazione all’ ospedale di Grosseto con un’altra bambina di 3 mesi e la mamma di questa, una giovane rom che ha il corpo ustionato al 40%.

I fatti si sono svolti rapidamente: manca una manciata di minuti alla mezzanotte di lunedì 26 marzo quando, nella baracca fatta di cartoni e nylon accanto alla vecchia struttura del depuratore, si scatena l’inferno.

Secondo quanto raccontato dagli stessi rom che vivono in quella baracca da circa tre mesi, una candela caduta avrebbe incendiato la copertina di pile sul letto della bambina. Le fiamme hanno velocemente preso piede e i rom hanno potuto fare ben poco. A dare l’allarme, qualche minuto dopo, uno dei vicini che ha visto incendiarsi un albero: ha chiamato per sbaglio prima il 118 poi i pompieri che quando sono arrivati sul posto, dopo una manciata di minuti, hanno spento velocemente le fiamme mentre l’ambulanza portava via i feriti che sembravano più gravi: la mamma di Danuta e Mariella, l’altra piccola di 3 mesi e sua madre, e gli uomini con le mani ustionate. Dal gruppo di rom in lacrime qualcuno gridava ‘bambina, bambina’.

Quando i vigili del fuoco hanno finito lo spegnimento e hanno iniziato la bonifica hanno visto Danuta, il corpicino completamente carbonizzato sotto una massa di materiale ancora fumante. L’hanno presa e consegnata ai volontari che l’hanno trasportata alla morgue del cimitero di Follonica. Le indagini dei carabinieri e la perizia dei vigili del fuoco accerteranno quanto più esattamente possibile la dinamica dell’incendio. Certo è che il gruppo di rom (sette o nove) viveva in condizioni di degrado inimmaginabili: una baracca costruita con materiale di fortuna (all’ interno della quale però c’erano dvd di ultima generazione) nonostante il capofamiglia avesse affittato un appartamento poco distante da Follonica, a Venturina (Livorno).

Nella baracca viveva la mamma di Danuta con le due gemelline, l’altra giovane madre rom con la sua neonata, i rispettivi mariti e qualche parente ospite. Una baracca appoggiata ad alcuni alberi, in fondo ad un campo-acquitrino, pieno di rifiuti. Il gruppo di nomadi aveva già ricevuto la visita dei vigili urbani che volevano accertarsi della presenza di bambini in un luogo così degradato. Venerdì l’ultima ispezione e l’ultimatum: o ve ne andate o mercoledì sgomberiamo. Ma i rom avevano mostrato i documenti in regola e avevano risposto che erano cittadini europei. E si erano rifiutati di andarsene. (ANSA).