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Trascrizioni nozze gay a Bologna: mons. Silvagni, questione «civile». No a «strappi»

A fare la puntualizzazione, all‘indomani del giorno in cui il Comune di Bologna ha avviato le trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero, è il vicario episcopale dell’arcidiocesi petroniana, monsignor Giovanni Silvagni. Parlando al Sir, Silvagni ricorda come la diocesi avesse già espresso le sue valutazioni in proposito (clicca qui). Di oggi pure la notizia che il prefetto, Ennio Mario Sodano, venerdì scorso aveva scritto al Comune chiedendo «di procedere alla revoca della disposizione», dal momento «che il nostro ordinamento non ammette tale trascrizione». Esortazione respinta al mittente dal sindaco, Virginio Merola, che ha confermato di voler procedere con le trascrizioni. «È una questione eminentemente civile – rimarca il vicario -. In gioco non c’è il matrimonio cristiano, inteso come sacramento, ma quello civile, patrimonio comune che ha un profilo preciso e una sua tipicità, che è nell’interesse di tutti tutelare, senza strappi né colpi di mano».