Italia

Unioni civili: luterani, «una legge che può contribuire a società più giusta»

Lo scrive in una dichiarazione il decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi), Heiner Bludau, parlando del ddl Cirinnà sulle unioni civili. «Riconoscere ufficialmente le comunioni di vita differenti dal matrimonio significa assicurare a tutte le coppie un’unione in dignità e certezza di diritto, senza svalutare in alcun modo il concetto di famiglia. Anche in caso di coppie dello stesso sesso. Per tanti, troppi secoli le chiese hanno colpevolmente discriminato le persone omosessuali: come Celi, riconosciamo da tempo questa colpa e accompagniamo tutti e indifferentemente nel proprio cammino di fede e di vita», aggiunge. Il decano Bludau prende posizione anche sulla cosiddetta «stepchild adoption» affermando che «i diritti dei bambini devono essere sempre garantiti. Ad oggi, in caso di separazione di una coppia omogenitoriale o di morte di uno dei due partner, i bambini di quella famiglia risultano del tutto svantaggiati. In molti Stati d’Europa, si sono fatti concreti passi avanti in questa direzione, ed è venuto il momento di agire anche della nostra Italia: non si deve più aspettare. Rivolgo, quindi, un rispettoso invito a tutti i membri del Parlamento affinché l’iter legislativo arrivi a termine in modo rapido, positivo e con il massimo livello possibile di garanzie».

L’invito  del decano Bludau – spiega una nota della Chiesa lutarana – è frutto di una riflessione nel solco dell’evoluzione della posizione della Celi sul tema, culminata – a maggio 2011 – nella delibera del Sinodo che diede il via libera alla benedizione delle persone in unioni di vita non tradizionali, anche omosessuali. I Sinodali concordarono, infatti, che il compito di una Chiesa è accompagnare le coppie che vivono la propria relazione in maniera responsabile, indifferentemente dall’orientamento sessuale e sulla base dei principi di volontarietà, continuità, fiducia e, ovviamente, assenza di violenza.