Italia

Uniti contro il terrorismo

Bondi, La Russa, Fassino e Rutelli, tutti insieme nella mattinata di mercoledì 19 novembre al palasport di Firenze alla manifestazione contro il terrorismo indetta dai sindacati confederali, alla quale, secondo gli organizzatori, hanno partecipato circa 4.000 persone. Sul palco anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ed Olga d’Antona, la vedova del giuslavorista ucciso dalle Brigate Rosse. Nel pomeriggio si sono svolte altre due manifestazioni unitarie: ad Arezzo, con il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta e con Emanuela Petri, la vedova del poliziotto ucciso dalle nuove Br sul treno Roma-Firenze, ed a Pisa, con il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani.Alla manifestazione di Firenze non c’erano insegne di partito: sul palco erano esposte sole le bandiere di Cgil, Cisl ed Uil, quella italiana e dell’Europa, mentre in platea c’ erano solo alcune bandiere della pace. Tanti invece i gonfaloni, schierati sotto il palco, di enti locali, non soltanto della Toscana. La manifestazione è cominciata con un minuto di silenzio per i morti di Nassiriya. Quando è arrivato il coordinatore nazionale di An, Ignazio La Russa, dal pubblico si sono uditi dei fischi ma dal palco il presidente della Camera del lavoro Alessio Gramolati ha invitato la platea ad applaudire, cosa che è avvenuta. «Non muri ma ponti – ha detto il sindacalista – facciamo nostro l’appello del papa». «Era comprensibilmente previsto che ci potessero essere i fischi – ha poi commentato La Russa – ma la vera notizia mi è sembrata l’applauso corale». «Occorre proseguire tutti insieme con questo spirito unitario» ha detto il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, che ha anche elogiato la presidenza per il suo intervento per La Russa e che «ci ha fatto sentire – ha detto – tutti ospiti graditi».

L’unità contro il terrorismo ha retto fin quasi a metà manifestazione, con gli esponenti delle due parti attenti a non rompere il difficile equilibro che era stato raggiunto. Poi Olga D’ Antona ha fortemente criticato il governo per la morte di Marco Biagi con un intervento vibrante, ripetutamente applaudito dal pubblico. E la manifestazione unitaria contro il terrorismo, promossa dai sindacati toscani (Cgil, Cisl, Uil), ha preso un’ altra piega. È così toccato al leader della Uil Luigi Angeletti riportare la barra del timone al tema del giorno concludendo così la prima tappa di una giornata di mobilitazione straordinaria. Tutti i partiti, ad eccezione di Lega e Pdci, vi hanno aderito e al Palasport di Firenze, tra i 4000 che lo hanno riempito, figuravano infatti i leader del centro sinistra come Fassino e Rutelli, ed autorevoli esponenti del centro destra, ma in sala erano presenti l’ex leader della Uil Pietro Larizza, il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, Bobo Craxi, Rosy Bindi, Pierluigi Castagnetti. Anche gli interventi sul palco, dai sindacalisti Adriano Fratini e Alessio Gramolati al sindaco Leonardo Domenici, dal procuratore di Firenze Ubaldo Nannucci al presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini, dal prefetto Gian Valerio Lombardi all’esponente dei sindacati di polizia Antonio Lanzilli, dal vicepresidente del consiglio comunale fiorentino Graziano Grazzini alle due delegate Monica Giannoni e Flavia Villani sono stati improntati all’unità della lotta contro il terrorismo, un messaggio favorito dall’allestimento sobrio, con due soli striscioni e cinque bandiere (Italia, Europa e tre sindacati), poi alcuni drappi con i colori arcobaleni della pace e una kefiah con la stella di David. Neppure i fischi del pubblico ad Ignazio La Russa, subito seguiti da un applauso chiesto dalla presidenza e apprezzato oltre che dall’esponente di An anche da Sandro Bondi, sono riusciti ad alterare il clima.

A riscaldarlo, a sorpresa, sono state le parole della vedova D’Antona che ha criticato il governo ed esponenti della maggioranza per l’uso del “terrorismo come una clava contro l’avversario politico e per colpire il sindacato” ed ha aggiunto che «non è certo accusando il sindacato di essere il mandante morale dell’assassinio di Marco Biagi che riusciranno a nascondere le responsabilità vere di chi gli ha negato protezione; protezione che Marco Biagi ha chiesto disperatamente prima di morire della sua morte annunciata». Il suo intervento è stato seguito con evidente imbarazzo degli esponenti di centro destra presenti al Palasport, alcuni dei quali, uscendo, al termine della manifestazione, lo hanno però criticato. Il capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè ha infatti osservato che «la vedova D’Antona ha perso l’occasione per rendere una forte testimonianza contro il terrorismo, entrando in una polemica politica senza senso” mentre il coordinatore di An ha detto di «non voler commentare queste parole che non sono state pronunciate solo come vedova del professore, ma anche come esponente politico”.

«Questi sedicenti brigatisti non escono dal nostro album di famiglia. Sono geneticamente un’altra cosa. Non hanno niente in comune con il sindacalismo confederale», ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, durante il suo intervento alla manifestazione di Firenze. «Il significato di questa manifestazione – ha sottolineato Angeletti, precisando di parlare a nome delle segreterie di tutti e tre i sindacati confederali – è importante, rappresenta la consapevolezza che questo nuovo terrorismo ha come obiettivo il mondo del lavoro e quello dei sindacati». Per combatterlo secondo il leader della Uil «abbiamo bisogno di una politica capace di isolare il terrorismo, di dividere il fronte terrorista e non di alimentare le loro amicizie e le loro alleanze». «Lo strumento principale della lotta al terrorismo – ha continuato Angeletti – è e resta una politica buona e intelligente, che isoli gli obiettivi e le ragioni dei terroristi». Il numero uno della Uil si è soffermato anche sulla minaccia terroristica a livello internazionale, osservando che «aumenta la nostra inquietudine» sui possibili collegamenti di quest’ ultimo con il terrorismo domestico. «Non è sufficiente – ha detto – il contrasto militare, che pure è necessario, occorre una politica che faccia del problema terrorismo un problema di tutti i paesi». Angeletti ha infine voluto testimoniare la sua solidarietà verso «le principali vittime degli omicidi che sono i familiari che hanno perso i loro cari” e nei confronti delle forze dell’ordine, sottolineando «il nostro appoggio verso persone che garantiscono la nostra sicurezza, rischiando la vita e in alcuni casi perdendola».

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