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VITTORIO ARRIGONI: TAVOLA PACE, «NON STRUMENTALIZZARE LA SUA MORTE»

“L’assurda e atroce uccisione di Vittorio Arrigoni ci lascia sgomenti. Per alcuni era un pazzo, per altri un estremista, per altri ancora un eroe, un sognatore, un idealista. Per noi era un uomo buono e generoso. Di fronte alla guerra e all’ingiustizia che sta violentando il mondo, Vittorio Arrigoni aveva messo in gioco la sua vita e l’ha persa. L’aveva fatto per reagire alla tanta, troppa indifferenza che circonda tante tragedie umane come quella dei palestinesi di Gaza”. E’ il commento di Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, appena appresa la notizia del pacifista italiano rapito e ucciso da ultra radicali salafiti. Arrigoni, prosegue Lotti, voleva “rompere il silenzio complice di tanta informazione e l’imperdonabile assopimento della coscienza civile”. “Forse non sapremo mai chi e per quali ragioni ha armato la mano dei killer che lo hanno ucciso a Gaza – osserva -. Ma nessuno si permetta di utilizzare il suo assassinio per spargere altro odio e altra violenza contro questo o contro quello. Vittorio non ha mai voluto far del male a nessuno. Nessuno strumentalizzi la sua morte. Sarebbe come ucciderlo due volte”. A Vittorio Arrigoni e a tutti i giovani che stanno dando la loro vita per la libertà, la dignità, la giustizia e la democrazia sarà dedicato il seminario della Tavola della pace che si apre oggi alle 15 ad Assisi, alla Pro Civitate Christiana.Sir