Lettere in redazione

Berlusconi, Renzi e il cambio con Letta

I cristiani in politica difendano i valoriE’ da un po’ di tempo che desideravo scrivere per i tanti interventi che ho letto sul nostro giornale, di persone che scrivono giudicando coloro che vanno contro una parte politica, che vorrebbe definirsi cristiana e con sani principi. A me pare che molti di questi cristiani siano solo preoccupati dell’economia che muove gli interessi di parte (e non mi pare con grandi risultati), non si guarda al decadimento morale cercando di legiferare contro ogni principio cristiano. Io penso che non ci possiamo nascondere dietro il pretesto che lo stato è laico, perché se un cristiano arriva ai vertici della politica deve comportarsi come cristiano, difendendo i principi morali che Gesù e la Chiesa ci hanno trasmesso. Spero che ci rendiamo conto che per difendere questi valori i cristiani devono rivolgere il loro consenso a persone che vengono giudicate (da questi lettori) di dubbia moralità personale ma, almeno non promuovono e addirittura contrastano leggi contro la morale (almeno per ora).

I Santi e i Martiri non hanno guardato al male minore ma, hanno sempre denunciato gli errori contro la verità.

Stamattina un amico mi ha inviato una email per mettermi al corrente del metodo «Gender» che vuole essere inseritonella scuola primaria per educare i bimbi nell’orientamento sessuale (che io già conoscevo tramite le trasmissioni di Radio Maria). Vorrei che si prendesse coscienza da dove vengono queste idee moderne che non hanno nulla in comune con i principi cristiani (anche se ora con Matteo Renzi si è aperta la speranza che qualcosa possa cambiare).

Renata La Grecaindirizzo email Renzi, le riforme che servono al PaeseSono convinto che l’Italia, in questo momento,  abbia soprattutto bisogno di tanta concretezza. Perciò Renzi, che io considero un nuovo Tony Blair, dovrà tentare di scardinare interessi e reti corporative e trovare la forza di tagliare lacci e cordicelle ed il coraggio di rompere schemi e tabù, iniziando ad abbassare l’età di pensionamento che in Italia è troppo alta, per poi trovare una legge che non obblighi i poveri a lavorare più dei ricchi. Inoltre capire che il livello delle prestazioni che si matureranno col sistema contributivo è troppo basso, e porvi quindi rimedio. Per finire tassare meno leggermente le pensioni integrative ed essere convinti che un autonomo investimento sul welfare sarebbe fattore di sviluppo e competitività per il sistema Italia. M.P.indirizzo email Letta-Renzi, una brutta paginaIl dualismo, tutto interno al Pd, fra il sindaco segretario e il presidente del consiglio dei ministri ha contribuito a scrivere una pessima pagina della nostra storia repubblicana e toglie ulteriormente credibilità alla politica, visto che i giovani protagonisti rappresentano la futura classe dirigente del nostro Paese.

L’eccessiva e cieca ambizione personale fa dimenticare la promessa di «ricoprire il ruolo di primo ministro solo dopo aver vinto le elezioni politiche» e permette di sfiduciare il governo in carica non in Parlamento ma nella direzione del partito. Quest’ultimo atto indebolisce, emargina e crea discredito nei confronti delle nostre istituzioni repubblicane: il Parlamento eletto dai cittadini, viene totalmente scavalcato da un organo interno ad un partito politico e il governo, che nasce con un voto di fiducia nella aule parlamentari, muore per una decisione extraparlamentare. Perché le più alte cariche dello Stato hanno permesso che fosse inferto un duro colpo alle istituzioni democratiche e non hanno chiesto al presidente del consiglio di presentarsi in aula per ricevere un voto di fiducia o sfiducia? Si temeva una spaccatura del Pd? Si è preferito salvaguardare l’equilibrio interno al partito rispetto alla stabilità politica dell’intero Paese? Dal sindaco-segretario abbiamo ricevuto un messaggio che le istituzioni «non si servono» ma si utilizzano per raggiungere i propri obiettivi personali e infatti ricordiamo: a) l’interruzione anticipata del mandato di Sindaco, tradendo così la fiducia dei cittadini che lo avevano scelto per ricoprire tale ruolo a tempo pieno e per la durata dell’intera legislatura; b) il vecchio vicesindaco prima lascia perché «nominato» deputato, poi ritorna per ricoprire il ruolo di sindaco reggente; c) il nuovo vicesindaco rassegna le dimissioni per andare a ricoprire il ruolo di vicepresidente della Giunta regionale. Dispiace constatare che non si vede cambiamento rispetto alla classe politica che si è «voluto rottamare»: i suonatori sono cambiati ma la musica è la stessa.

Andrea CamiciottoliScandicci (Fi)

Queste tre lettere – seppur con accenti e tagli diversi – riguardano la difficile situazione del Paese. La signora Renata intende replicare – mi sembra di capire – ad altri lettori che hanno criticato Berlusconi e la sua parte politica. Su questo… il dibattito è aperto. E per quanto riguarda la teoria «gender» ce ne siamo occupati spesso sul settimanale, denunciandola come particolarmente pericolosa (leggi qui). Quanto al governo Renzi credo che non ci sia che da augurarsi che le promesse di «svolta» per il Paese si realizzino. L’esecutivo Letta, non per colpa del premier, ma per la debolezza politica della sua compagine, era arrivato al capolinea e tanti – anche tra coloro che oggi lo rinfacciano a Renzi – chiedevano un «cambio di marcia» con il coinvolgimento diretto del segretario del Pd. Detto questo, concordo con Andrea che il modo in cui questo passaggio è avvenuto lascia l’amaro in bocca e sa di «vecchia politica» che più volte Renzi aveva denunciato. Solo risultati concreti nella modernizzazione del Paese possono cancellare questo peccato d’origine.

Claudio Turrini