Lettere in redazione

«Bonus» per famiglie, promesse tradite

Meno male che i cattolici hanno dei giornali che non dimenticano le famiglie, (quelle con più figli e problemi economici) e ci fanno conoscere che anche questi governanti trascurano le promesse elettorali. Il Forum delle associazioni familiari non deve abbattersi perché anche con i passati governi Democristiani era la stessa solfa.

Dove sono andati a finire i tanti salvatori della famiglia, che con tante promesse elettorali hanno raccolto tanti voti?

Anche i Bonus elargiti sono sbilanciati verso chi vive solo (o fa finta di vivere solo) e verso coppie senza figli rispetto alle famiglie numerose!.

Trovare scusanti nella burocrazia insipiente credo sia molto riduttivo, considerato anche il dominante pensiero di tanti, troppi, credenti e non credenti che vedono nell’aver figli un bel problema. Noi nonni, che abbiamo la gioia di tanti nipoti, ci godiamo questa Grazia e scriviamo con rassegnazione le nostre sconsolate considerazioni politiche.

Giancarlo GuivizzaniFaella (Ar)

E’ proprio così. Il «bonus famiglie», così com’è stato pensato dal governo e approvato senza modifiche sabato scorso in commissione alla Camera, favorisce notevolmente le coppie di fatto e i nuclei con meno figli, come ha ben documentato il quotidiano «Avvenire», domenica scorsa. Il Forum delle associazioni familiari aveva evidenziato da tempo questi problemi e chiesto modifiche, che però non sono state accolte. Secondo stime dello stesso governo l’82% delle famiglie che potranno usufruire del «bonus» saranno «single» o famiglie senza figli. Per l’esattezza si parla di 3 milioni e mezzo di «single» e di altri 3 milioni di nuclei con due soli componenti. Quelli con almeno tre componenti, quindi di sicuro anche un figlio, sono appena 627 mila e 569 mila quelle con quattro componenti. Il tutto perché la soglia di reddito annuo massimo per poter accedere al «bonus» è, con un solo componente, di 15 mila euro («bonus» da 200 euro), di 17 mila con 2 (300 euro), sempre di 17 anche con tre (450 euro), per salire appena a 20 mila con 4 o 5 componenti (anche se in questo caso il «bonus» è di 500 e 600 euro). Quindi per il governo due figli «valgono» – al massimo – appena 3 mila euro annui di reddito! Non solo, ma l’Agenzia delle Entrate ha confermato che una «coppia di fatto» può presentare due distinte richieste di «bonus» perché, a differenza delle famiglie «vere» i loro redditi non si cumulano nell’Isee. E ancora: le stesse coppie di fatto, se hanno dei figli, possono godere due volte del «bonus» anche per loro, includendoli come «figli» a carico in entrambe le richieste! Così, uno strumento che sulla carta dovrebbe favorire le famiglie numerose, in realtà aumenta ancora le ingiustizie fiscali e le disuguaglianze e penalizza le famiglie regolari.

Claudio Turrini