Lettere in redazione

Elezioni primarie, occasione di democrazia

Sono uno dei diecimila cittadini che ha partecipato alle «primarie» dell’Unione per l’indicazione del candidato a sindaco alle prossime elezioni comunali di Carrara e sono particolarmente contento non solo perché la partecipazione è stata alta, ma anche perché non si è dimostrata una parata inutile. Il risultato, infatti, non è stato affatto quello che tutti si aspettavano, con la sconfitta del segretario provinciale dei Ds, sostenuto da Ds, Margherita e Rifondazione. Non capisco perché questo nuovo modo di partecipare alla vita politica non diventi obbligatorio per tutte le coalizioni e tutti i comuni. E soprattutto non capisco perché la Casa delle Libertà sia così allergica alle primarie.Lettera firmataCarrara Stando ai numeri e all’esito, è difficile negare che le primarie dell’Unione, tenutesi la scorsa domenica 4 febbraio in diverse città italiane nelle quali si voterà nei prossimi mesi, siano state globalmente un successo. A Carrara, in particolare, si sono recati ai seggi 10 mila cittadini, quasi un quarto dei votanti alle comunali del 2002. E, come ricordava il nostro lettore, il risultato è stato a sorpresa, con la vittoria (4.800 voti, il 48,29%) di Angelo Zubbani, 53 anni, assessore comunale dello Sdi, che ha distanziato di 900 voti Gianmaria Nardi, 37 anni, che pure poteva contare sull’appoggio dei maggiori partiti della coalizione. Il che non vuol dire che sicuramente abbia vinto il migliore, ma che il voto non è stato certo una messa in scena, orchestrata dai partiti. Anzi, qualcuno potrebbe pensare che il giochino è sfuggito loro di mano. A Lucca, invece, l’affluenza è stata inferiore (5.581 persone, un decimo dei votanti alle Comunali) e l’esito più scontato, con l’affermazione dell’ex presidente della provincia Andrea Tagliasacchi. Detto questo, rimango comunque perplesso sull’efficacia delle primarie, almeno condotte in questo modo. Possono essere uno strumento di democrazia interna là dove sono riservate agli iscritti ai vari partiti, ma lasciate libere così (l’unico obbligo di queste primarie dell’Unione era di contribuire con un euro alla macchina organizzativa) si possono prestare anche a manovre ben poco «democratiche», oltre a dare un potere eccessivo alle frange più politicizzate. Nel 2005 la Toscana fu la prima regione in Italia ad introdurre – a spese del contribuente – elezioni primarie per la scelta dei candidati alle regionali. Anche in quel caso solo l’Unione si avvalse di questa nuova possibilità che avrebbe dovuto compensare la perdita del voto di preferenza. Qualche sorpresa ci fu anche allora, ma alla fine i partiti trovarono il modo di sistemare anche gli sconfitti eccellenti.Claudio Turrini