Lettere in redazione

Famiglia: un valore anche per i «laici»

Caro Direttore,ho notato che quando si parla di temi come la famiglia fondata sul matrimonio, di difesa della vita in tutti i suoi aspetti ecc, c’è la tendenza da parte dei mass media a dividere in due blocchi; da una parte i laici, come difensori dei diritti personali e della libertà di coscienza, dall’altra i cattolici che pretenderebbero di imporre i loro principi a tutti.

Ricordo un dibattito televisivo (Costanzo Show) sul tema del matrimonio e coppie di fatto tra un laico e il card. Tonini che si concluse con questa frase di Costanzo: «Il matrimonio per i cattolici è un sacramento, ma i non credenti possono scegliere anche la convivenza e devono avere gli stessi diritti degli sposati». Io ho sempre saputo che l’istituzione del matrimonio esisteva prima del Cristianesimo, Cristo lo ha soltanto elevato a sacramento! Quindi certi valori prima di essere cristiani sono naturali e umani.

Personalmente conosco diversi laici non credenti che su questi temi pensano allo stesso modo dei cattolici, ma guarda caso non vengono mai invitati alle tavole rotonde. Silvano Boniniindirizzo email Quando si affrontano problemi etici si assiste subito ad una schematizzazione che semplifica e banalizza: da una parte – come lei ben dice, caro Bonini – ci sarebbero «i laici, difensori dei diritti personali e della libertà di coscienza» e dall’altra «i cattolici che pretenderebbero di imporre i loro principi a tutti». Questo avviene anche nel dibattito sulla famiglia: Si dice: la visione che i cattolici ne hanno è certamente rispettabile, ma ha alla base una opzione religiosa che non può in alcun modo essere estesa a chi in questa scelta non si riconosce. È per questo che lo Stato non può né deve legiferare in favore di una parte, imponendo una visione che è e resta di parte.È una semplificazione di comodo che va con forza contestata. La famiglia fondata sul matrimonio (sia religioso che civile) che i cattolici si impegnano a valorizzare, sostenere e favorire è quella delineata dalla nostra Costituzione e le motivazioni addotte sono, a nostro parere, condivisibili anche da chi non ha una visione religiosa: essa è «primaria esperienza della socialità umana, luogo naturale per la procreazione e l’educazione dei figli, espressione privilegiata della continuità della vita, nonché della solidarietà tra le generazioni». Sappiamo bene che spesso la famiglia, percorsa com’è da crisi e difficoltà, non è così, ma proprio per questo va aiutata e sostenuta e non svalutata, equiparandola a forme deboli di convivenza, di cui il legislatore potrà anche tener conto, ma senza mai assimilarla alla famiglia fondata sul matrimonio.Certi valori infatti – e la famiglia è uno di questi – sono certamente illuminati e vivificati dal Vangelo, ma sono e restano autenticamente umani e difendendoli – meglio promuovendoli – «non lavoriamo per l’interesse cattolico, ma sempre per l’uomo creatura di Dio».