Lettere in redazione

Fecondazione, i cristiani sono avanti

Quello che la legge 40 porta con sé non è esagerato chiamarlo scontro di civiltà. La storia, giudicando, farà chiarezza. Difendere come una persona il figlio appena concepito sarebbe – a detta di alcuni – una «mostruosità giuridica» (Carlo Alberto Redi). Madre Teresa ci ricordava invece che quella microscopica vita senza voce è «il più povero tra i poveri». Noi crediamo che questa legge sia un passo avanti verso la civiltà, gli altri sostengono che sia un tuffo nel medioevo, una legge «disumana» e «oscurantista».

Bellieni, neonatologo senese, ha scritto che un «triste oscurantismo del XXI secolo» sarebbe in realtà quello di «non riconoscere l’uomo fin dallo stadio di poche cellule». Un giorno – affermano loro – la Chiesa dovrà chiedere scusa sulla vicenda dell’embrione, come ha fatto per Galileo. Noi, al contrario, temiamo che il futuro ci ricorderà come il secolo di Hiroshima, di Auschwitz, ma anche dello sterminio scientifico di milioni di giovanissimi esseri umani. In tanti criticano il magistero, fermo su posizioni morali «anacronistiche». Altri invece sono convinti che la Chiesa – sul tema della trasmissione della vita – non ha perso il treno della storia: semplicemente lo sta aspettando «qualche stazione più avanti», come è stato per il marxismo. Si dice che la legge 40 sia sostenuta da «una minoranza di potenti, prepotenti e intolleranti» (Capezzone) i quali vogliono isolare l’Italia dagli altri paesi europei. A me piace ricordare che nel 1700 la Toscana fu il primo stato al mondo che abolì la pena di morte. Anche allora partimmo da soli, verso un nuovo umanesimo. Coraggio!Passate le celebrazioni, su Giovanni Paolo II affiorano i distinguo. C’è una moltitudine che non lo segue. In certi argomenti l’avrebbero preferito «più moderno». Lui, insieme ad abbondanti spiegazioni (e inviti a rileggere) ci ha lasciato una risposta secca, da profeta: «se vuoi trovare la sorgente devi procedere in su, controcorrente» (Trittico Romano).Davide Zanelli Associazione Casa BetlemArezzo La ringrazio per questa bella lettera che replica efficaciemente alle molte sciocchezze che si sentono in giro sulla legge 40 e che purtroppo vengono rilanciate dai grandi mezzi di comunicazione di massa. Sono pienamente d’accordo con lei. Non sarà la Chiesa a dover fare ammenda, ma chi considera l’embrione solo un ammasso di cellule o tuttalpiù un semplice «progetto» di persona sul quale sono leciti esperimenti e ogni altro tipo di manipolazioni. Già oggi, nonostante le dichiarazioni di propaganda che si sentono in giro, la comunità scientifica guarda con altri occhi, rispetto a venti o trent’anni fa, all’inizio della vita. Sullo scorso numero del settimanale abbiamo pubblicato un’intervista al prof. Angelo Vescovi, che è tra i maggiori esperti di cellule staminali nel mondo e nella quale spiega benissimo come l’inizio della vita non sia una «questione di fede» – come vorrebbero farci credere –, ma di scienza. «La vita – afferma lo scienziato, che si definisce “non credente” – inizia all’atto della formazione del nucleo diploide dell’essere umano, che contiene l’informazione genetica che caratterizza quell’essere, con la formazione dello zigote. La vita inizia con la fecondazione e finisce con la morte». Ed è falso, spiega sempre lo scienziato, che nel mondo esistano «terapie con cellule staminali embrionali» o che siano ragionevolmente «prevedibili».Claudio Turrini