Lettere in redazione

Firenze, fermiamo la tramvia

La scelta dell’amministrazione comunale fiorentina di aprire nuovi cantieri per le linee 2 e 3 della tramvia, quando ancora non è ultimata la linea 1, è sbagliata e provocatoria. Avrà come unico risultato quello di gettare la città nel caos totale del traffico, senza nessuna apparente programmazione ed analisi. Per non parlare dei danni permanenti che i cantieri faranno alla città, come l’abbattimento di centinaia di alberi. Perché invece di rimettere i binari per terra, che portano via spazio al traffico e ai parcheggi, non si è costruito un sistema di metropolitana, come hanno tutte le grandi città?

Lettera firmataFirenze

Mi ricordo ancora l’enfasi con cui, nel 1993, la giunta comunale del tempo presentò il «Progetto urbanistico della mobilità della città di Firenze», redatto dall’architetto austriaco Bernhard Winckler. Sembrava la «panacea» per tutti i mali della città. Ma in quasi 15 anni, di tutte le infrastrutture individuate allora come necessarie (tra le quali un non meglio precisato servizio di metropolitana) sono stati realizzati solo dei parcheggi, che peraltro rimangono ampiamente sottoutilizzati. Oltre a qualche «busvia» fatta, disfatta e magari rifatta di nuovo, con grande spreco di risorse. Così, passano gli anni, aumentano i mezzi in circolazione, il servizio pubblico boccheggia e la situazione del traffico fiorentino peggiora e basta. Per questo non riesco ad entusiasmarmi per i tentativi di bloccare la realizzazione della tramvia. Anche se riconosco che di dubbi sulla sua efficacia e sui suoi tracciati ce ne sono tanti. Un «micrometro», come era stato prospettato quando si era ancora in tempo per fare una scelta diversa, avrebbe certamente inciso di più, anche se la sua realizzazione avrebbe comunque comportato dei disagi ai cittadini. Oggi però, nonostante che siano state raccolte le firme per un referendum, mi sembra che non avrebbe senso bloccare tutto e ricominciare a discutere sul da fare. Ormai la scelta non solo è stata fatta, ma è arrivata ad un punto di «non ritorno». Pena lo spreco di ingenti risorse pubbliche e l’allontanamento nel tempo di un potenziamento del servizio pubblico. C’è da augurarsi però che l’amministrazione comunale la smetta di «improvvisare» come ha fatto finora. Altrimenti a forza di varianti in corso d’opera e di imprevisti farà lievitare le spese e ritardare di molto l’entrata in servizio delle linee. Attirandosi anche le giuste proteste dei cittadini per i lunghi disagi ai quali sono sottoposti. E una volta che la tramvia sarà in funzione saranno necessarie misure coraggiose per spostare passeggeri dal traffico privato a quello pubblico. Altrimenti sarà stato tutto inutile.

Claudio Turrini