Lettere in redazione

I sacrifici degli italiani e gli stipendi dei politici

La maggior parte delle nostre famiglie stanno attraversando un periodo di difficoltà perché faticano, con gli attuali stipendi, ad arrivare in fondo al mese. L’avvento dell’euro, che certamente nel tempo sarà positivo, di fatto ha favorito speculazioni e conseguenti rincari notevoli specialmente a livello del dettaglio. Nel frattempo sono andati in crisi alcuni grandi complessi industriali (Cirio, Fiat, Parmalat, ecc.) perché tra l’altro non riescono a sostenere la concorrenza di industrie estere. Trattasi di una crisi che investe, oltre all’Italia, tutta l’Europa, di difficile soluzione e causa principale della tanto invocata ripresa economica.

Ma mentre tutto questo succede l’unica azienda che non va in crisi, anzi marcia a pieno ritmo è quella parlamentare. I nostri cosiddetti «servitori dello Stato», senza bisogno di scioperare e tutti d’accordo, si aumentano gli stipendi alla «zittina» con la complicità dell’informazione sia pubblica che privata.

Lo stesso si verifica a livello regionale dove addirittura si prospetta di aumentare il numero dei Consiglieri. La Camera dei Deputati, che nel 1999 costava 1204 miliardi di vecchie lire, ora costa 1684 miliardi. Il Senato è passato nello stesso periodo da 577 a 850 miliardi. Il Quirinale da 254 a 378 miliardi all’anno.

Il cittadino scontento, deluso e impotente assiste rassegnato a tutto questo.Ernesto MezzettiCastelnuovo Val di Cecina (Pi) Su temi come questi c’è sempre il rischio del qualunquismo e della demagogia. Basti pensare alla «catena di Sant’Antonio» che da tempo gira su internet e che inizia con «Sull’Espresso di questa settimana c’è un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all’unanimità e senza astenuti un aumento di stipendio…». E giù cifre da capogiro e un elenco sterminato di benefit, dal cellulare alla tessera per il teatro. Informazioni false del tutto o in parte, che la Camera dei deputati ha dovuto smentire ufficialmente fin dal 9 febbraio 2001. Ma ciò non toglie che il problema sollevato dal nostro lettore sia reale. Assicurare agli eletti una buona retribuzione e tante facilitazioni è condizione indispensabile per una vera democrazia. Mette il deputato o il consigliere regionale, a prescindere dalle sue risorse economiche, nella condizione di poter svolgere con serenità e indipendenza il proprio lavoro. Ma perché il differenziale tra lo stipendio di un deputato e quello di un operaio è andato via via ad aumentare? E perché in periodi nei quali si impongono agli italiani sacrifici gli eletti non danno per primi l’esempio, congelando, almeno, i loro stipendi?Claudio Turrini