Lettere in redazione

Il papa non è un sovrano assoluto

Caro Direttore,il papato di Giovanni Paolo II è stato giudicato dalla critica inglese «ambivalente»: periodo brutto, periodo bello. Parliamo del periodo brutto, secondo loro. Se il Papa non ha concesso attenuanti al mondo moderno non ci vedo nulla di… «brutto». Egli, quali Vicario di Cristo, doveva fare osservare la legge di Dio e quindi non fare concessioni al capitalismo selvaggio, divorzio, omosessualità, aborto, contraccezione e eutanasia. Come si può chiedere o quasi pretendere modifiche alla Legge di Dio, ai dieci comandamenti? La religione di Dio, quella vera quale la cattolica non può essere discutibile, non può fare l’organetto! Chi ha la grazia della fede e la osserva, cammina verso la santità, come Dio ci vuole tutti. Chi zoppica cade e si rialza, la Misericordia di Dio è abissale e quindi è pronta a perdonare sempre, anche al ripetersi delle cadute. Non si può fare eccezioni alle richieste di comportamenti sbagliati: fuori dalla legge di Dio. Si è voluto addebitare a Giovanni Paolo II la «colpa» di negare alle donne di divenire preti. Cristianesimo significa seguire i dettami di Cristo: non credo che Gesù Cristo concedesse queste richieste! Questo Papa è stato grande! È riuscito a sconvolgere il mondo… perfino quei personaggi chiusi nel loro guscio ideologico di senza Dio! La sua grandezza si valorizza nella potenza della sua fede: la fede fa i miracoli!Gino GalastriFirenze vero, caro Galastri, alcuni, e non solo in Inghilterra, pur riconoscendo che ha lasciato un segno nella storia e dato nuovo slancio alla Chiesa, rimproverano a Giovanni Paolo II di essere stato sui temi che lei indica troppo rigido e «conservatore». Ma poteva il Papa fare diversamente?La risposta è contenuta – a mio parere – nel discorso che Benedetto XVI ha pronunciato quando ha preso possesso del Laterano, cioè della sua cattedra episcopale, da cui il Vescovo di Roma e pastore della Chiesa universale esercita «la potestà di insegnamento che è parte essenziale del mandato di legare e sciogliere conferito dal Signore a Pietro» e ai suoi successori. Il Papa, presentandosi ai Romani, ha spiegato il profilo che egli assegna al ministero petrino: «Il Papa non è un sovrano assoluto il cui pensare e volere sono legge». Egli «non proclama le proprie idee», ma è vincolato «all’obbedienza verso la parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo». Questa, sottolinea Benedetto XVI, è stata la via percorsa da Giovanni Paolo II «quando, davanti a tutti i tentativi, apparentemente benevoli verso l’uomo, di fronte alle errate interpretazioni della libertà, sottolineò in modo inequivocabile l’inviolabilità dell’essere umano, l’inviolabilità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale».Il Papa quindi è custode delle verità che derivano dalla Parola di Dio anche su quei versanti che la cultura corrente mette costantemente in discussione, anche se questo non può mai determinare nella Chiesa atteggiamenti di chiusura e di rifiuto per le persone che si trovano a vivere certe situazioni e che, sull’esempio di Gesù, vanno aiutate, accompagnate e soprattutto amate.Omelia per l’insediamento a San Giovanni in Laterano (7 maggio 2005)