Lettere in redazione

La Domenica non è solo tempo libero

Caro Direttore,quello affrontato dal Congresso Eucaristico a Bari è un tema forte, che rimette in campo i veri valori della vita, posti in disparte da una società dissipatrice. La Messa vissuta con gioia, non come un «obbligo» da assolvere, e poi una giornata scandita da tempi a dimensione umana, incentrata sugli affetti familiari e sulla possibilità di interagire positivamente con gli altri. Momenti che non sono segmenti separati ma momenti interdipendenti.

Per anni ho vissuto con tristezza, talvolta con vera angoscia, l’esperienza del lavoro domenicale che nessun riposo settimanale può compensare perché la funzione «speciale» della domenica non è il «riposo» ma il ritrovamento di un momento comunitario in chiesa, in famiglia, con gli amici. Uno stile di vita che non dovrebbe interrompersi bruscamente il lunedì ma caratterizzare tutta la nostra vita. Perché l’efficienza lavorativa non è certo in contraddizione con uno stile di vita basato sulla condivisione, sulla capacità di ascoltare. La domenica cristiana al centro della nostra settimana ci insegna a reagire al senso di vuoto della società contemporanea, a colorare la vita, a prendere le distanze dalla frenesia del possesso per cogliere il valore delle piccole cose, cui parlava S. Teresa di Lisieux, quelle piccole cose che il consumismo dell’usa e getta intrinsecamente disprezza, che la rincorsa agli eccessi non sa più cogliere e che esprimono invece il senso vero e profondo dell’esistenza.

Nel nostro compito di cristiani impegnati nel sociale c’è dunque la difesa della domenica come giorno di Dio, come giorno speciale per impedire che venga fagocitata dalla civiltà della frenesia e del consumismo senza limiti.Gabriele ParentiFirenze E’ vero, caro Parenti, la domenica come giorno per «ritrovare un momento comunitario in Chiesa, in famiglia, con gli amici» si sta progressivamente trasformando in tempo libero da viversi individualmente, spesso riempito «da un consumismo dell’usa e getta». È una tendenza diffusa che coinvolge ormai larghi settori della nostra società e che segna anche la Domenica di tanti cristiani. In quest’ottica la stessa partecipazione alla Messa è vista come «un peso sulle nostre spalle, un dovere imposto dall’esterno» da assolvere rapidamente… magari il sabato pomeriggio per essere poi totalmente liberi! Per il cristiano invece – lo ha ricordato a Bari Benedetto XVI – «partecipare alla celebrazione domenicale, cibarsi del pane eucaristico e sperimentare la comunione dei fratelli e delle sorelle in Cristo è un bisogno, è una gioia» che caratterizza la domenica, ma illumina anche la settimana che ci sta davanti perché nella Messa si trova l’energia per il cammino che dobbiamo percorrere».Si radica qui l’invito forte che il Congresso Eucaristico di Bari rivolge ad ogni cristiano: recuperare in pienezza il significato della domenica come Pasqua settimanale per far nostra l’affermazione dei martiri di Abitene «senza domenica non possiamo vivere» costi quel che costi. E per loro il prezzo fu molto alto, come lo è stato poi nel corso dei secoli per tanti credenti. Oggi nessuna proibizione imperiale ci minaccia, anche se le difficoltà non mancano. Per essere coerenti si devono fare scelte alternative anche sul piano sociale, opponendosi al così fan tutti. E anche questo può avere un costo. Una testimonianza chiara però può aiutare tanti a riscoprire il senso della festa che è per sua natura – e non solo in una visione cristiana – «qualcosa di comunitario, un momento di gioia da vivere insieme agli altri».

Bari, il diario di un congressista