Lettere in redazione

La «margheritina» bielorussa

La storia di «Maria», bimba bielorussa, è la storia di tanti bambini vittime della indifferenza e della disumanità degli adulti. Uomini non più capaci di stupirsi o di sorprendersi davanti alla bellezza di una piccola margherita campestre che la mattina fiorisce e la sera muore, lasciando semplicemente una scia di profumo tenue e delicato. Noi adulti siamo capaci soltanto di calpestarle queste piccole margheritine. Gesù ci avverte: «Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli». Quanti adulti sono disposti a mettersi in ascolto dei bambini, a capire il loro mondo, le loro fantasie, i loro sorrisi innocenti, le loro continue domande? Pochi, molto pochi.

E allora perché ci meravigliamo che accadano storie come quella di «Maria». Storie che nascano e si sviluppano in un Paese che, per una folle ideologia statalista, considerano i bambini «proprietà dello Stato» e quindi di farne quello che vuole, sottoporli anche a qualunque tipo di violenza. È la violenza degli adulti istituzionalizzata, fatta «Stato», che vuole occuparsi e disporre di te dalla nascita alla morte. Niente più libertà di scelta, è lo «Stato» che sa qual è il bene per te. Anche quando implode un reattore di una centrale nucleare sarà sempre lo «Stato», il quale sa quanta radiazione hai assorbito, che dice cosa devi fare e non fare, tu devi solo obbedire per il tuo bene. Antonio Cusanoindirizzo email La Bielorussia è un paese che risente ancora negativamente della pesante eredità sovietica, ma non facciamoci illusioni: episodi di violenze, come quelli denunciati dalla bambina bielorussa, sono purtroppo frequenti negli orfanotrofi di tutta Europa, compresi probabilmente i nostri. Il che ovviamente non significa che non ci dobbiamo indignare quando scopriamo queste cose e che non dobbiamo fare tutto il possibile – nel rispetto della legge – per aiutare quella bambina. Ma non credo che possa essere una soluzione il farsi giustizia da soli. Capisco che il governo bielorusso non accetti questo «sequestro»; non lo accetteremmo neanche noi. Dispiace però che l’ambasciatore abbia minacciato il blocco dei viaggi terapeutici in Italia e forse anche delle adozioni in corso. Mi sembra una ritorsione stupida, che crea solo allarme e acuisce lo scontro.Claudio Turrini