Lettere in redazione

La scelta di astenersi al referendum

Caro Direttore,per accertare il momento di inizio della vita umana è irragionevole appellarsi alle superatissime ipotesi e teorie di epoche in cui il progresso scientifico non aveva ancora scoperto i meccanismi della generazione. Ad esempio, chi cita la teoria di San Tommaso o di Aristotele relativa al momento dell’infusione dell’anima nel corpo compie un’operazione oscurantista. Non mi meraviglia che alcuni scienziati siano favorevoli alla sperimentazione sugli embrioni; loro vorrebbero libertà assoluta di ricerca in tutti i campi, ma il buon senso ci dice che non tutto quello che è scientificamente possibile sia eticamente accettabile.Susanna e Loris Groten Caro Direttore,lo strumento dell’astensione ai referendum non è una novità. Già in passato i radicali invitavano ad astenersi a quello sulla scala mobile e i Ds a quello sull’art.18. Astenersi a quello sulla fecondazione assistita è la strada migliore per salvare una legge che ha avuto il pregio di mettere fine al farwest della provetta e ai grossi interessi che ne derivavano. Se necessita di qualche aggiustamento lo si faccia in Parlamento. Sappiamo che anche molti non credenti si sono pronunciati in favore dell’astensione, ma a chi accusa i cattolici di voler imporre i propri convincimenti dovremmo rispondere che ci sono dei valori assoluti al di sopra delle religioni e delle ideologie che tutti dovremmo rispettare. In questo caso si tratta del rispetto della vita umana. Stupisce che molti si dichiarino contrari alle manipolazioni genetiche del mais e restino indifferenti alle manipolazioni della vita umana. Loris Rossi Caro Direttore,mi sembra che il punto principale che porta a qualificare, da parte di molti, come autoritaria e oscurantista la difesa della legge 40 assunta dalla maggioranza del mondo cattolico, sia connesso con la distinzione, che secondo molti dovrebbe essere fatta, tra «vita umana» e «persona», visto che solo alla persona possono essere attribuiti dei diritti. Tuttavia, se anche accettassimo che l’embrione non potesse considerarsi ancora «persona», rimane il fatto che, rispettando le leggi della natura, tale vita umana è comunque destinata a divenire «persona», a qualunque istante temporale del suo sviluppo si voglia iniziare ad attribuire tale «status». L’uomo può solo impedire tale processo naturale, modificandone il suo inesorabile progredire, come ad esempio avviene nel caso della procreazione assistita, laddove non si riporti nel suo ambiente naturale (la donna) l’embrione artificialmente generato. Da questo punto di vista, mi pare che la posizione ufficiale dei cattolici sia in ogni caso più rispettosa della vita. Trovo incomprensibile la posizione per il sì ai 4 quesiti referendari assunta anche dai Verdi, così attenti in tutte le altre questioni in cui si interviene pesantemente sui cicli della natura.Mario FossiFirenze Caro Direttore,nelle risposte alle varie lettere sul referendum, lei insiste nel dire che il confronto non è tra cattolici e laici, ma tra favorevoli e contrari alla legge 40. E cita il caso di scienziati laici favorevoli al mantenimento della legge stessa. Un’ulteriore prova del suo assunto è che anche i cristiani in generale e i cattolici in particolare si distribuiscono tra i due schieramenti. Infatti vi sono cattolici che rifiutano l’astensionismo e dichiarano esplicitamente di andare a votare, magari votando 4 «no»; ve ne sono altri che votano «no» ad alcuni quesiti e «sì» ad altri, vi sono infine cattolici convinti di votare 4 «sì».In particolare le argomentazioni dei cattolici che rifiutano l’astensionismo sono le seguenti: 1) nel tentativo di vincere neutralizzando il referendum, viene a sommarsi l’astensionismo consapevole con l’astensionismo di «tutti al mare»; 2) se è vero che un referendum non è lo strumento più adatto a risolvere problemi così delicati, non ci si può sottrarre a un confronto parlamentare per la revisione di una legge nel timore che la medesima risulti peggiorata, com’è stato autorevolmente indicato; 3) vi è il rischio, nonostante l’attività pregevole del comitato «Scienza e Vita», che la prospettiva dell’astensione induca a un disinteresse o un mancato approfondimento del problema della procreazione medicalmente assistita.Giulio FabbriPisa Caro Direttore,solitamente non vado a votare per i referendum in quanto ritengo che spetti al parlamento modificare le leggi. A maggior ragione mi asterrò dal prossimo referendum che vorrebbe abolire una legge votata a suo tempo anche da una parte dell’opposizione e che ha messo un po’ di ordine in un campo delicatissimo come la fecondazione assistita.Sono un elettore del centro sinistra e pur avendo apprezzato la Margherita che ha lasciato libertà di coscienza ai propri elettori, sono rimasto deluso dalla posizione dei Ds che hanno vincolato i loro elettori alle direttive di partito. Ho notato il disagio di alcuni amici elettori Ds che non apprezzano questa scelta. Stupisce che un partito che si definisce difensore dei diritti degli ultimi, non abbia la stessa sensibilità per la difesa della vita nascente. Purtroppo questo partito ha fatto propri i principi radicali più estremi senza rispetto per la propria base, sottovalutando anche i grandi interessi che stanno sotto la fecondazione assistita libera e senza controlli.Lucio InnocentiFirenze Il dibattito in vista del referendum, ormai alle porte, evidenzia un interesse crescente. Ne sono segno le tante lettere, a cui questa settimana diamo ampio spazio, anche perché ci permettono di confrontarci con alcune considerazioni che ci vengono soprattutto dall’amico prof. Fabbri.È vero, il rischio «del disinteresse o di un mancato approfondimento del problema» c’era, ma per parte nostra l’impegno per illustrare le motivazioni scientifiche, giuridiche ed etiche che caratterizzano la legge 40 e ne consigliano il mantenimento è stato grande. E con lo stile che ci è proprio: niente toni alti, ma riflessioni puntuali; niente battaglie tra laici e cattolici, ma volontà di trovare valenze etiche comuni.In quest’opera di informazione e sensibilizzazione è stato notevole anche l’impegno di tante comunità ecclesiali e in questa occasione si è realizzata, in gran parte, quell’unità sui valori, che ha saputo superare le diverse e legittime sensibilità che attraversano il mondo cattolico.Soprattutto perché si è percepito che, sottesi alla legge 40, vi sono alcuni grandi temi che, come cristiani, non possono lasciarci indifferenti; la vita umana, la sua origine e il suo valore; la ricerca scientifica e le sue applicazioni; il rischio di possibili manipolazioni genetiche. Per questo non credo si possa affermare che ci sono cattolici per il sì e per il no, sottintendendo che le due opzioni hanno pari legittimità. Opzioni diverse possono invece esserci – e di fatto ci sono – sul come impedire che l’ascia referendaria svuoti di contenuto questa legge che, è bene ricordarlo, è stata approvata dal Parlamento dopo un lungo iter – 7 anni! – da un’ampia maggioranza trasversale.La non partecipazione al voto è sembrata, ed è, la via migliore, anche per sottolineare che su argomenti così complessi il Referendum è strumento inadeguato. Toscanaoggi ha fatto con convinzione questa scelta, in piena sintonia col «Comitato nazionale Scienza e Vita», di cui fa parte la quasi totalità delle Aggregazioni laicali, e con i giornali di ispirazione cristiana, da Avvenire a Famiglia Cristiana, anche per assicurare completezza di informazione, dal momento che tutti i «grandi» quotidiani portano avanti – sempre correttamente? – le ragioni del sì. Questa chiarezza di posizione era del resto dovuta ai nostri lettori.

L’astensione? L’unica via razionale

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