Lettere in redazione

Le «primarie» e il voto di preferenza

Caro direttore, nel leggere le numerose prese di posizione contro la vigente legge elettorale toscana, che non prevede l’espressione delle preferenze, mi sembra doverosa una precisazione. Neppure io condivisi l’abolizione delle preferenze e da tesserato de La Margherita apprezzai il voto contrario che allora espressero i suoi rappresentanti nel Consiglio regionale. È giusto ricordare, però, che i sostenitori dell’abolizione delle preferenze sostenevano che la forte competizione fra i candidati dello stesso partito potesse portare a degenerazioni mediante «ricerche di sponsor» più o meno trasparenti che finanziassero le dispendiose campagne elettorali degli aspiranti al seggio regionale.

La vigente legge elettorale toscana prevede che i consiglieri vengano eletti «seguendo l’ordine di lista». Per non lasciare alle segreterie di partito l’indicazione dell’ordine di lista e quindi il potere di «nomina» contro cui si sono espressi tanti lettori, la legge elettorale dà facoltà ai partiti di far esprimere i propri iscritti e i propri simpatizzanti che, tramite le «primarie», determinano sia la scelta del candidato alla presidenza della Giunta regionale sia l’ordine della lista degli aspiranti al seggio regionale. Con le «primarie» quindi le preferenze sono reintrodotte. Solo che il ricorso alle primarie è una facoltà. C’è chi l’esercita e chi no. Io non mi sento espropriato del voto di preferenza. Non altrettanto possono dire coloro che voteranno altri partiti ma la colpa non è riconducibile alla legge elettorale ma all’uso che certi partiti ne hanno fatto.

Giuseppe PandolfiniLastra a Signa (Firenze)

Carissimo Pandolfini, al contrario di lei, io continuo a sentirmi espropriato del voto di preferenza anche se sono d’accordo sull’importanza delle primarie, comprese quelle per i segretari di partito e non solo quelle per il candidato alla presidenza della Regione. Sarà anche per questo che mi sono beccato le proteste di alcuni lettori che hanno ritenuto eccessivo lo spazio dato, nel numero del 25 ottobre, alle primarie del Pd con le fotine dei candidati nazionali e regionali alla segreteria.

Il motivo che ci ha spinto a quella pagina era semplice e non di parte: da quelle primarie sarebbe uscito non tanto il segretario nazionale del secondo partito italiano, quanto (dal punto di vista di un giornale che si chiama «Toscana Oggi») il segretario regionale del primo partito toscano. È un dato di cronaca, comunque la si pensi. Così come è un dato di fatto che dalle prossime primarie, quelle del 13 dicembre, uscirà il candidato del Pd alla presidenza della Regione e quindi, salvo sorprese, anche il nuovo Governatore della Toscana.

Certo, il voto di preferenza aveva i suoi limiti, come quello di far lievitare le spese dei candidati. Ma anche le primarie, che solo la Toscana ha disciplinato per legge, hanno i loro inconvenienti. Pur essendo pagate con i soldi di tutti, nessuno può obbligare i partiti ad usarle e, al momento, sembra che il solo Pd le utilizzerà. Sulla scheda i simpatizzanti del Pd potranno «scegliere» tra alcuni candidati alla carica di consigliere, ma si troveranno un solo candidato alla presidenza della Giunta. E non passeranno dal voto delle primarie i candidati degli altri partiti della coalizione. Non solo, ma con le recenti modifiche alla legge elettorale toscana è stato introdotto un «listino», i cui candidati non verranno scelti con le primarie.

Andrea Fagioli