Lettere in redazione

Lega, poveri militanti in buona fede

Sul sito «Leganord» si trova anche: «dillo alla Lega». Che dire? Personaggi noti per la mimica grossolana e il becero comportamento, diplomati e laureati da centinaia di migliaia di euro, mediocrità incomprensibilmente salite tanto in alto fino a ricoprire anche alte cariche istituzionali, crociati (come tentano di contrabbandarsi) al più capaci di portare a guinzaglio i porci, facce toste che danno del ladrone agli altri… Che dire? Poveri «militanti» in buona fede: meritano veramente sincera compassione.

Così fan tutti? Purtoppo, almeno in parte, è anche vero. Per questo, nella consapevolezza che si sta giocando con il fuoco, è urgente una radicale disinfestazione per estirpare il diffuso malcostume. Magari iniziando, beninteso senza dimenticare gli altri, da chi certe nefandezze le compie nel modo più grossolano e becero.

Pier Giovanni Billeriindirizzo email

Può darsi che qualche politico nostrano si freghi le mani assistendo alla maretta in casa Lega, pensando ad una possibile implosione del movimento e ad una conseguente prossima vittoria elettorale. Ma sarebbe davvero miope. Qui non c’è in gioco un partito, o la sua classe dirigente, ma la credibilità dell’intero sistema politico, già minato da scandali su scandali. Spero di sbagliarmi, ma ho l’impressione che in questo momento nessun leader politico nazionale si renda conto della polveriera su cui si è seduto. Abbiamo sentito difendere l’attuale sistema dei «rimborsi» elettorali con l’esempio della macchina in corsa alla quale «puoi chiedere di rallentare, non di fermarsi». Ma intuiscono dove andrà a sbattere quella macchina? E che dire dell’allucinante dichiarazione di Umberto Bossi di fronte alle notizie su diamanti, lingotti d’oro e case messe a disposizione di dirigenti del partito: «I soldi erano della Lega. Potevamo anche buttarli dalla finestra». Il Paese è in ginocchio per la grave recessione e per la crescente pressione fiscale. Manca il lavoro, specie per i più giovani e per chi ha avuto la sventura di perderlo. I pensionati «normali» (non quelli beneficiati dalle superpensioni) son costretti a tirare la cinghia. Se anche quei soldi fossero stati della Lega, e non è vero perché ha ricevuto come tutti i partiti un fiume di soldi pubblici in questi anni, nessuno avrebbe il diritto di buttarli dalla finestra.

Quanto ai militanti leghisti ammiro la passione che mettono nel loro impegno politico, specie in un periodo in cui la credibilità dei partiti è al minimo storico. Mi auguro però che la «pulizia» ostentata con le scope verdi non sia un’operazione di facciata o peggio ancora un metodo di lotta politica all’interno del movimento.

Claudio Turrini