Lettere in redazione

Referendum e rimborsi per cattiva sanità

Ben pochi hanno parlato della ingente spesa sostenuta dallo Stato per il referendum e neppure della altrettanto ingente somma che è stata risparmiata perché il mancato raggiungimento del quorum ha impedito che i movimenti promotori fossero rimborsati sulla base del numero dei voti ricevuti. Non contesto la validità di questa legge e neppure affermo che qualcuno voglia approfittarne a suo vantaggio puramente economico. Ma ricordo che rimanendo nel tema della sanità ci sono molti altre necessità che attendono finanziamenti.

Agli uomini politici e a quelli di buona volontà propongo questo referendum: «Volete voi che le somme risparmiate col mancato raggiungimento del quorum siano impegnate nella sanità, ad esempio perché lo Stato possa procedere subito e senza artificiose limitazioni ai rimborsi per la cattiva gestione del servizio sanitario e in modo particolare per adempiere alla legge 210 del 1992 che prevede indennizzi per i casi di infezioni contratte con la trasfusione di sangue o emoderivati? Si risponda: Sì o no». Ricordo che è stata indetta da anni una raccolta di firme perché lo Stato compia interamente il suo dovere e senza limitazioni di contestata validità giuridica e il problema è stato molto al cuore anche all’ex Difensore Civico della Toscana.Nereo LiveraniFirenze Quello degli indennizzi ai danneggiati da vaccini o emotrasfusioni è un problema serio, e di dimensioni anche notevoli fino a quando – agli inizi degli anni ’90 – i controlli non sono diventati più severi. È un problema che è stato preso a cuore anche dal difensore civico della Toscana, Giorgio Morales che, oltre a fornire con il suo ufficio assistenza e consulenza gratuita (numero verde 800 018488), ha sollecitato più volte il Parlamento a modificare la legge 210/1992 che regolamenta gli eventuali indennizzi e rimborsi. Da notare che delle circa 500 pratiche in attesa di definizione alla fine del 2004, ben 382 riguardavano cittadini residenti in Toscana, tutte persone affette da patologie quali epatite C e B, nuove epatiti, aids, o cittadini che hanno subito danni neuromotori e cerebrali. I punti più critici della legge 210 sono il limite di soli 3 anni dall’insorgere della patologia per poter accedere ai risarcimenti, l’inadeguatezza delle tabelle utilizzate per la valutazione del danno, l’eseguità delle cifre erogate (500 euro mensili per gravi patologie e circa 78mila euro per un decesso) e il fatto che il risarcimento scatti soltanto dalla data di presentazione della domanda e non anche dal manifestarsi della patologia. Detto questo è però evidente che quella dell’amico Liverani è solo una provocazione. Non serve un altro referendum e la soluzione non può essere quella di attingere a quel poco che lo Stato ha «risparmiato» per il mancato raggiungimento del quorum nei recenti referendum sulla legge 40. A questo proposito forse non tutti sanno che una legge del 1999 (la 157, quella che ha reintrodotto in forma diversa il finanziamento ai partiti) stabilisce un rimborso ai comitati promotori di mille lire per ogni firma raccolta per ciascun referendum che però abbia superato il quorum del 50% (e da allora… non è mai successo). Se il 12 e 13 giugno la metà più uno degli elettori si fosse recata alle urne (anche per votare no o astenersi) i comitati avrebbero incassato due miliardi di lire, circa 1 milione di euro (250 mila euro per ciascun quesito). I referendum sono comunque costati alle casse dello Stato – secondo quanto dichiarato ufficialmente in Parlamento, il 31 maggio scorso, dal ministro Carlo Giovanardi – ben 364,8 milioni di euro (circa 725 miliardi delle vecchie lire), una cifra – dunque – incomparabilmente più alta del milione di rimborsi. Il che, forse, dovrebbe indurci a riflettere su tutto il meccanismo dei referendum abrogativi che ha costi alti per la collettività ed un’efficacia ridotta dalla difficoltà oggettiva di raggiungimento del quorum. Aumentare il numero di firme necessarie per chiedere un referendum potrebbe essere utile, ma forse non basta. Servirebbe una riflessione più ad ampio raggio su uno strumento di democrazia diretta che ha comunque un suo valore.Claudio Turrini

Il sito del Difensore civico della Toscana