Lettere in redazione

Salvato a caro prezzo dal morso del serpente

Sono d’accordo con il ministro della sanità Francesco Storace: non è giusto che il servizio sanitario nazionale – e quindi noi contribuenti – debba spendere una grossa cifra per salvare la vita a un cittadino che gioca con i serpenti a sonagli che tiene in casa, come è successo in agosto ad un livornese, per il quale l’Azienda sanitaria livornese ha dovuto far venire l’antidoto salva-vita con un jet da Lugano. E poi magari si tagliano le prestazioni a pensionati o a malati cronici.Lettera firmataLivorno Diciamo subito che l’importante è che il 33enne livornese, morso da un crotalo «Diamond Back», che da tempo custodiva in una teca di casa assieme ad altri pericolosi serpenti, si sia salvato. Di fronte ad una vita umana, nessuna spesa è mai troppa. Però non ha torto neanche il ministro. Qui non siamo nel campo dell’imponderabile, come l’esser morsi da una vipera mentre si cercano funghi, tanto per fare un esempio, ma in quello dell’incoscienza. E non solo per i pericoli che il giovane doveva sapere di correre (e si è visto che erano reali), ma anche per quelli ai quali esponeva i malcapitati vicini. Ammesso che si debba permettere ad un cittadino di tenere a casa sua animali così pericolosi, si dovrebbe quantomeno obbligarlo alla stipula di un’assicurazione che copra eventuali danni per sé e per gli altri.Claudio Turrini